L’INTERRUZIONE DI TOLLERANZA

Di quello che è successo a Giuliano Ferrara a Bologna, abbiamo abbondantemente parlato nei giorni scorsi, anche nelle pagine nazionali. E, al di là di ogni altra considerazione sull’aborto e soprattutto sulla necessità di una lista monotematica pro-life, vogliamo esprimere la nostra assoluta solidarietà e vicinanza a Giuliano e a chi porta avanti la battaglia per la vita, a partire da Eraldo Ciangherotti, capolista in Liguria.
Solidarietà e vicinanza rispetto ai pomodori, alle uova, alla violenza fisica di Bologna. Ma anche solidarietà e vicinanza rispetto ai pomodori dialettici e alle uova verbali che arrivano pure da pulpiti autorevoli e da intellettuali teoricamente più raffinati dei lanciatori. Sul Secolo XIX, che pure aveva proposto nei giorni scorsi una bella intervista a Giuliano dell’ottimo Gigi Leone, ieri è uscito un commento del professor Dino Cofrancesco intitolato «Politicizzando la morale si uccide il liberalismo». Sottotitolo: «Nella crociata di Ferrara spaventa la sottesa squalifica morale degli altri che impedisce il confronto».
Titoli simili mi hanno ferito. E doppiamente perchè ho stima di Cofrancesco.

Ma come si può parlare di «crociate» e di «impedire il confronto» di fronte a un personaggio che sta raccogliendo insulti e contestazioni in tutta Italia solo perchè difende la vita? Come si può trasformare la vittima in carnefice? Il titolo e il sommario, in realtà, non rendono giustizia al ragionamento di Cofrancesco che, dal suo punto di vista, è anche serio e ragionato, ma proprio il momento di intolleranza (...)

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