di Vittorio Sgarbi
Non posso che compiacermi delle riflessioni così mature, solenni ed equilibrate che Sabrina Colle esprime partecipando al gioco di società del Giornale, più o meno aperto da me quando mi fu chiesto di commentare linchiesta seconda la quale le persone intelligenti fanno poco sesso. Nessun dubbio che Sabrina sia intelligentissima e che, non diversamente da mia madre, ritenga lattività sessuale una fatica inutile, più fisica che psicologica, e tenda ad evitarla. Mia madre diceva: «Il sesso fa sudare... è roba da operai». Io, da rassegnato operaio del sesso, mi rendo conto di praticarlo per uneducazione giovanile che mi ha fatto credere che la conquista di una donna fosse un punto donore, una sfida con se stessi. Così fu anche quando, nel 1996 o 97, conquistai Sabrina. A fare resistenza prima di lei fui io che, per due ore a tavola non le parlai e non le rivolsi lo sguardo, pur sbirciandone il profilo perfetto ed elegantissimo, per paura di dovermi affaticare in una conquista difficile e dagli esiti comunque incerti, soprattutto se riuscita. La sua misura, la sua perfezione, la sua grazia mi apparvero subito un pericolo. Ma in quanto tale alla fine non evitai di correrlo. Il mio principio guida è sempre stato: da qualche parte nel mondo esiste la donna ideale. Basta evitarla. Lintelligenza mi consentì di capire, listinto mi condusse alla decisione fatidica. Non ricordo con esattezza, ma Sabrina, avendolo patito, ne ha memoria chiara, quando le rivelai i miei principi di vita e relativi comportamenti, riuscendo con lei nel mio capolavoro. Di uccidere la gelosia e stabilire un amore che va oltre incidenti e cedimenti agli istinti, secondo il modello di Simone de Beauvoir e Jean Paul Sartre. Nessun dubbio che Sabrina ha capito subito e ha trovato in me luomo ideale. Soprattutto nella esenzione da pratiche sessuali obbligatorie, secondo levidenza che se è, come è, possibile, e praticato, il sesso senza amore, è possibile, e praticabile, lamore senza sesso. Per parte mia io mi sono garantito, con la stabilità del suo affetto, una libertà che è dannosa solo a me stesso e non rappresenta tradimento. Perché per tradire, occorre fare qualcosa contro qualcuno, che non può essere il mio intendimento verso Sabrina. E non è tradimento invece fare qualcosa per sé, per il proprio piacere, non contro un altro. Per vendetta e ritorsione. Così quello che ogni uomo mi invidia non è soltanto Sabrina ma lonestà con cui io garantisco la mia e laltrui libertà.
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