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L’intervento Il bavaglio delle radio ai brani italiani

In questi giorni di acceso dibattito sulla libertà di informazione e di leggi definite «bavaglio», poco o nulla il grande pubblico sa di un altro piccolo «caso» di oscuramento nel mondo della comunicazione che riguarda la musica italiana.
Proprio ieri su questo giornale Linus, direttore artistico di Radio Deejay, ha confermato che in seguito ad un contrasto sul pagamento dei diritti le maggiori radio italiane stanno attuando un blocco della diffusione delle novità italiane.
La cosa che più sorprende, proprio nel caso di Radio Deejay, è che questo network appartiene al Gruppo Editoriale Espresso Spa, da tempo in prima linea contro le proposte normative di questo Governo che impedirebbero di esercitare la libertà di informazione sulla stampa.

Due pesi, due misure quindi? La battaglia per il «free speech» è sacrosanta ma perché attuare un antipatico boicottaggio della musica italiana come ripicca su una negoziazione di diritti? Perché essere i primi a mettere il bavaglio agli artisti italiani?
È un’azione che contrasta con la libertà di espressione e allo stesso tempo si puniscono gli ascoltatori, che peraltro in questi giorni affollano i siti delle webradio, Youtube, i siti delle case discografiche per ascoltare i brani trovando quindi lo stesso la strada per conoscere ed informarsi, cosa che Deejay sta loro negando con l’odioso bavaglio radiofonico alla cultura musicale italiana, un danno per la musica, un danno per il Paese.

*Presidente Fimi - Federazione industria musicale italiana Confindustria

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