Il contrasto tra le radio italiane e SCF, generato dalla pretesa di questultima di accrescere i propri compensi per i diritti fonografici, a danno naturalmente delle emittenti radiofoniche, si è trasformato in questi giorni in un caso dagli apparenti risvolti politici che sembra alimentare addirittura il grande dibattito sulla libertà di informazione del ddl intercettazioni.
Stabilito che questa vertenza non ha assolutamente nulla a che fare con la politica e che trattasi solo di un bramoso progetto di marketing di alcune case discografiche, credo sia necessario fare chiarezza sulla questione, soprattutto per il rispetto che dobbiamo ai milioni di radioascoltatori che direttamente o indirettamente sono comunque interessati allargomento.
Come più volte ribadito, le Radio Nazionali Associate nutrono il massimo rispetto per gli autori e gli artisti italiani che riconoscono il ruolo della radio, che dedica loro spazio e valore nella propria programmazione, e per le imprese discografiche come quelle rappresentate da Afi, con cui vige un accordo pienamente condiviso e onorato. Altrettanto ci preme sottolineare lonesto e serio rapporto ultra ventennale che ci lega alla Siae.
Ribadiamo che il valore di unemittente radiofonica deriva dal suo contenuto, che per la maggior parte è costituito proprio dalla musica, e che quindi essa è e rimane in cima alle sue priorità. Le emittenti radiofoniche programmano in piena libertà ed autonomia editoriale il repertorio musicale che ritengono opportuno. È pertanto difficile accettare interferenze di qualsivoglia genere nella propria programmazione musicale da parte di certe imprese discografiche.
Smentiamo, dunque, qualsivoglia ipotesi di boicottaggio o di oscuramento della musica italiana e sconfessiamo quanti sostengono che le radio nazionali mettano il «bavaglio» ai nostri artisti, «procurando danni alla nostra musica e addirittura al Paese».
In questa fase sosteniamo vivamente gli artisti e le imprese discografiche che attraverso le liberatorie autorizzano le trasmissioni dei loro brani evitando così ogni contenzioso in materia di diritti Connessi. Un atto di manifesta e reciproca lealtà a dimostrazione di un concreto interesse a sostegno della produzione nazionale, che riconosce e afferma alla radio il suo ruolo centrale nella diffusione e nella maggiore promozione della nostra musica.
Lintransigenza dei nostri interlocutori ha prodotto un «impantanamento» della querelle che, secondo noi, dovrebbe invece concludersi necessariamente intorno ad un tavolo nel più breve tempo possibile.
*Presidente Radio RDS e di RNA - Radio Nazionali Associate