I robot lo affascinano, ma latletica è la sua passione. Daniele Meucci non ancora venticinquenne pisano si divide fra gli studi universitari e la regina degli sport olimpici, in entrambi i casi con ottimi riscontri. Una laurea triennale ottenuta in Scienza dell'automazione e soli tre esami al traguardo della specialistica quinquennale il percorso di studio, una prestigiosa medaglia di bronzo conquistata nella giornata dapertura dei Campionati Europei di Barcellona nei 10000 metri il podio più importante della sua carriera sportiva, che neppure il più ottimista osava pronosticare alla vigilia.
«Lobbiettivo era un piazzamento fra i primi sei - dichiara latleta toscano - ma man mano che passavano i giri e rimanevo a contatto con la testa della gara la fiducia cresceva, ho capito che potevo farcela a 1500 metri dallarrivo ed ho deciso di fare gara sul britannico Thompson, il suo connazionale Farah sapevo essere fuori portata. Nell'ultimo giro prima hanno ceduto gli iberici Castielljo ed il marocchino naturalizzato Zandossen, ho puntato tutto su una volata corta, le gambe giravano e quando ho affiancato linglese sul traguardo ero sicuro daverlo passato, invece no, per soli tre millesimi ho perso l'argento, ma mi tengo ben stretto questa medaglia di bronzo, inattesa e quindi ancora più bella». Pur chiudendo con lo stesso tempo al centesimo di Thompson a cui è andato l'argento, 282733, a niente è valso il controllo del fotofinish da parte dei dirigenti della federatletica, una inezia pari a tre millesimi, circa quattro centimetri, ha lasciato Daniele alla terza piazza.
Lei è laureato, continua a studiare e riesce a conciliare il tutto con l'atletica, come fa?
«Non è difficile quando si ha la possibilità di fare le cose che si amano, e poi università e sport non sono molto differenti, entrambi richiedono concentrazione ed impegno. Devo ringraziare il mio tecnico Luigi Principato che mi segue giornalmente, e mi ha portato a questi campionati europei al top della condizione. Con lui condivido gran parte della mia giornata, la mattina prima d'andare a lavorare mi lascia il programma dall'allenamento nella casella della posta, poi ci incontriamo al campo. A lui, a Massimo Rosellini, il dirigente che mi ha portato all'atletica ora scomparso, ed alla mia famiglia dedico questa successo»
L'ultima medaglia nei 10000 risale a vent'anni fa, allora a Spalato furono Antibo e Mei a salire rispettivamente sul primo e terzo gradino del podio, lei questa primavera ha preso parte nella maratona di Roma, sarà questa la sua gara del futuro?
«Per ora è presto, proprio la competizione capitolina mi ha fatto capire per il mio futuro ora e per qualche anno è ancora in pista, certo i 42 chilometri sono una distanza affascinante ma cè tempo, in fin dei conti sono ancora giovane».
Ora è atteso nei 5000 metri, quali ambizioni?
«Mi butterò nella gara con cuore e determinazione, non sarà facile per il campo dei partenti estremamente qualificato, ma non ho nulla da perdere, certo che il morale è alle stelle e continuare a sognare non è vietato».