L’INTERVISTA 4DON ALDO BUONAIUTO

«Dietro il cadavere mutilato a Roma potrebbe nascondersi la mano di un killer dedito al mondo dell’occulto, una mente folle che esalta l’orrore, il macabro e la morte come negazione della vita». Don Aldo Buonaiuto, da otto anni coordina il Servizio AntiSette della Comunità Papa Giovanni XXIII fondata da Don Oreste Benzi, non esclude che a uccidere e sventrare la donna ritrovata l’8 marzo in via di Porta Medaglia, a Roma, sia un fanatico legato al mondo dell’occulto, invece di un collezionista di organi. Il prete, che in passato ha collaborato con i carabinieri sui delitti delle Bestie di Satana, ora spera che gli investigatori indaghino a 360 gradi, guardando anche in direzione dei gruppi che adorano il maligno.
Don Buonaiuto il cadavere mutilato potrebbe essere collegato a riti occulti?
«Non conosco i dettagli del caso, ma nella mia esperienza non mi è mai capitato di sentire nulla del genere. Si tratta di un caso aberrante, unico nel suo genere. Importante è dare un nome alla vittima per capire cosa possa aver spinto l’assassino a far cadere su di lei la scelta. Inoltre la polizia fa bene a comparare le tracce biologiche con quelle presenti nella loro banca dati».
Sul quel corpo privo di testa e gambe c’è una ferita a forma di croce. Da quella sono stati asportati gli organi interni. Il killer secondo lei ha agito da solo?
«Difficile dirlo, dovrebbe aver avuto diverso tempo a disposizione e un luogo dove stare tranquillo. Ma su quella poveretta potrebbero aver infierito anche più persone, nell’ambito di qualche rituale.
Si può parlare di un feticista?
«Sicuramente il killer non è un criminale qualsiasi. Quello che spaventa è l’assoluta precisione con la quale ha prelevato cuore, viscere e utero, per conservarli intatti. Se non si tratta di un satanista posso dire che comunque siamo davanti a una mente diabolica, una o più persone disturbate dal punto di vista psichico e forse anche spirituale.

È ancora più inquietante che coincida con un macabro anniversario: 10 anni prima, il 9 marzo del 2001, il cannibale di Rotenburg aveva compiuto un massacro simile in Germania. Purtroppo in Italia il fenomeno delle sette è in aumento e le vittime nel 2010 sono state 240mila».

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