Non appena alzi la testa e tutto d'un fiato gli racconti che se continua così, fra due anni è sicuro protagonista all'All Star Game, Andrea Bargnani si lascia andare ad un timido ma sincero sorriso. Eletto uomo franchigia per il rendimento dell'ultimo mese e mezzo, in vista anche di un'estate che farà luce sul suo futuro e quello di Chris Bosh, il romano ha letteralmente conquistato il nuovo mondo, tanto che, anche per la critica a stelle e strisce, Andrea è per davvero l'unico erede di un certo Dirk Nowitzki.
«Sto bene - attacca lui con una mano a toccarsi i capelli appena lavati e l'altra appoggiata in vita -, penso di essere finalmente riuscito a dimostrare qualcosa e quindi sono contento di quanto fatto».
Qual è stata la chiave della trasformazione di Bargnani?
«Non penso ci sia una soluzione aritmetica in grado di svelare il segreto che non si conosce, quanto il fatto che dopo tre anni spesi a lavorare sodo senza mai fermarmi, finalmente ho cominciato a intravedere i primi risultati».
Parliamo di Italia: finalmente la vedremo in nazionale?
«Sì, questa estate cercherò di dare una mano al gruppo per migliorare e riportare il nome dell'Italia dei canestri in alto dove meritiamo di essere».
Che consiglio si sente di dare a Gallinari e Belinelli?
«Al primo di guarire e concentrarsi sul suo recupero. Al secondo di rimettersi in forma e aver pazienza.
Chi vince il titolo?
«Ci sono un sacco di buone squadre ma penso che Lakers e Cleveland hanno una marcia in più. Poi in finale può succedere di tutto».
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