L’INTERVISTA ANDREW HOWE

TorinoIl sorriso è quello dei bei tempi. La serenità anche. Andrew Howe è pronto a ripartire. Pechino è archiviata, certo non dimenticata: «Come si dice a Roma, ho rosicato da matti», ammette lui, ieri a Torino in occasione dei «meno 100 giorni» all'inizio degli Europei indoor che si terranno all'Oval dal 6 all'8 marzo prossimi.
Una sua medaglia era data praticamente per certa: quanto è durata l'arrabbiatura?
«Settimane. È stato un periodo molto difficile, ne sono uscito rimanendo solo con me stesso. Che altro potevo fare? Ho solo 23 anni, il futuro è lì che mi aspetta a braccia aperte».
Un'occasione come quella, con l'oro vinto a soli 8,34 metri, potrebbe però non ripresentarsi più: ci ha mai pensato?
«Devo e voglio essere ottimista. Se tornassi indietro cambierei mille cose: siccome però non si può, l'importante sarà non commettere più certi errori».
Tipo correre quel 200 metri di Coppa Europa, ad Annecy a fine giugno, che le è costato un malanno muscolare a meno di due mesi dai Giochi.
«Con il senno di poi, è stata una scelta sbagliata. Non la sola».
Quindi?
«Ho imparato la lezione. Sono cresciuto: le cose vanno programmate e preparate al meglio. Ho iniziato ad allenarmi il 12 ottobre per affrontare come si deve la stagione indoor: Torino, essendo campione europeo in carica, è un obiettivo importante. In estate, poi, ci saranno i Mondiali a Berlino».
È la prima volta che inizia così presto ad allenarsi?
«Esatto. Pechino mi ha dato una bella sveglia. Sono diventato chirurgico nell'affrontare il mio lavoro».
Nel vedere il suo flop olimpico avrà goduto chi sostiene che lei non dovrebbe più farsi allenare da sua madre.
«Tutti hanno una loro ricetta per farmi diventare ancora più forte. Io dico che mi devo sentire bene e avere dei punti fermi. L'anno scorso a un certo punto ho anche dubitato della bontà del lavoro che stavamo facendo e la cosa mi ha tolto serenità. Adesso ho scelto una strada e intendo percorrerla fino in fondo: mia madre continuerà ad allenarmi».
Avete cambiato qualcosa nelle metodologie?
«Parecchie cose. Si è deciso soprattutto di fare un grande lavoro sulla corsa, cosa che l'anno scorso non è avvenuta. Per saltare più lungo, devo aumentare la potenza e correre più veloce».
La vedremo protagonista anche sui 100 e 200 metri?
«Stiamo lavorando per quello. Ho un personale di 20''28 sui 200, devo tornare almeno su quei livelli».


Si è messo in testa di sfidare Bolt?
«Lui è un superuomo che fa solo velocità: io mi dedicherò soprattutto al lungo, ma potrò dire la mia anche sul mezzo giro di pista. Se poi arriverò secondo o terzo dietro Bolt, mica mi farà schifo. L'atletica non è solo un lavoro, ma soprattutto divertimento: correre a me piace. Il coraggio non mi manca: se non oso adesso che ho 23 anni, quando?».

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