Caro Cocciante, quando è uscito dal palco dellArena cera ancora la gente in piedi che applaudiva. E molti erano commossi. È proprio sicuro che non farà più tournée?
«Mai più tour, questo è certo. Magari farò qualche concerto ogni tanto. Ma ci deve essere unidea che possa diventare una sfida».
Come quella qui allArena di Verona.
«Ho voluto dimostrare che la mia produzione da solista non ha atmosfere poi molto lontane da quelle di Notre dame o Giulietta».
Ma lei è un cantante. Davvero un cantante può rinunciare a cantare?
«Io ho sempre amato molto cantare e tuttora mi piace anche se negli ultimi anni ho diradato le mie apparizioni. Nella vita succedono cose incredibili e a me è capitato di scoprire lopera popolare».
E la sua vita artistica è cambiata.
«Sono rimasto folgorato e ho portato avanti questa idea anche quando, come con Notre Dame de Paris, cera molta gente che mi sconsigliava di farlo. Prima mi dicevano: lascia perdere, questa cosa in Francia non funziona. E dopo che aveva avuto successo là, continuavano a dirmi: non spostarla da lì perché in Italia non piacerà a nessuno. Poi sappiamo tutti come è andata a finire e anche Lola Ponce (nella foto) è diventata una star».
Insomma, non registrerà più neanche dischi pop.
«Solo se mi viene una grande idea».
Da domani che cosa farà?
«Quello che faccio da tantissimo tempo: continuerò a scrivere e a comporre opere popolari».
Come?
«Lavorando tanto, sono un grande lavoratore. Io mi alzo alla mattina presto e poco dopo sono già lì pronto a cercare nuove idee. Lispirazione non ha regole e, quando arriva, bisogna essere pronti a prenderla. Altrimenti scappa».
Quale sarà la sua prossima opera?
«Lho già praticamente finita. E lho anche cantata tutta io, come faccio di solito per vedere se la partitura funziona.
Come si intitola?
«Non lo voglio ancora dire. Ma senza dubbio mescolerà diverse culture, non solo occidentali».
PG
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