L’INTERVISTA FABIAN NEGRIN

Fabian Negrin sarà una delle presenze più significative della quarantasettesima edizione della Fiera del Libro per Ragazzi che si apre a Bologna il 23 marzo prossimo. Ormai famoso dopo un lungo apprendistato, questo poliedrico illustratore e scrittore argentino che ha saputo raccontare alla rovescia la storia di Pinocchio in Occhiopin - Nel paese dei bei occhi (Orecchio Acerbo) con illustrazioni indimenticabili che si dissociano dalla morale sociale del romanzo di Collodi, disegna sempre con la sua immaginazione capricciosa storie diverse attraverso tratti incisivi, sicuramente di forte impatto impressionistico per i colori brillanti e sapientemente mescolati.
L’incontro con Charles Darwin non poteva che essere entusiasmante, come spiega Antonio Faeti, scrittore e presidente da vari anni della Giuria dei Premi della Fiera; Negrin è riuscito nell’impresa titanica «di coniugare bellezza di illustrazioni e rigore scientifico superando ogni schema e aprendo una dimensione visiva che si nutre di quello stupore posto all’origine di ogni percezione dei bambini», meritando a ragione di vincere il Bologna Ragazzi Award 2010, sezione non fiction, con Charles Darwin, The Riverbank (Creatives Editions, Mankato, USA).
Un albo illustrato su Darwin poteva essere scontato considerando che l’anno scorso è stato il centenario della sua nascita, ma quello che Lei ha voluto fare è qualcosa di più.
«Darwin stesso doveva essere l’autore dell’albo, perché, come tutti i grandi, egli ha sempre usato parole semplici per spiegare cose complicate. Così per avvicinarlo ai bambini, ho trascritto illustrandoli gli ultimi due paragrafi della sua opera principale, L’origine della specie, nella quale egli riassume in maniera succinta la sua teoria. E l’ho fatto seguendo in modo poetico e tangenziale alcuni concetti di Darwin attraverso la figura di un bambino con un cane che cammina di mattina lungo un fiume e al tramonto finisce la sua giornata con una bambina vicino a lui».
Ma perché proprio Darwin?
«È stata la mia compagna a spingermi a lui anche perché pochi scienziati come Darwin sono stati tanto discussi suscitando anatemi e appoggi incondizionati. La prima edizione della sua opera principale in 1250 copie andò esaurita in due giorni e siamo in piena epoca vittoriana, ed un fatto resta incontestabile: questo geniale e coraggioso naturalista dell’Ottocento con la sua teoria della selezione della specie nella lotta per la sopravvivenza, ha dato inizio ad una rivoluzione che ha cambiato il mondo. Come Galileo ha tolto la terra dal centro dell’universo scoprendo che gira intorno al sole, così Darwin ha ridimensionato con la sua teoria scientifica la posizione dell’uomo dinanzi alla natura dimostrando con un’enorme quantità di dati inconfutabili, scientifici, che gli animali, le piante e gli essere umani appartengono allo stesso mondo».
Da Darwin a Jack London, altro grande eroe solitario: L’ombra e il bagliore (Orecchio Acerbo, trad. Giorga Grilli), uno dei racconti meno conosciuti, più inquietanti e paradossali dell’autore di Zanna Bianca, sarà una delle novità più importanti alla Fiera, grazie anche all’impostazione grafica che Negrin ha dato al testo: disegni, immagini, schizzi, fumetti si sovrappongono e alternano. Una tecnica innovativa con travolgente gusto pittorico che amplifica la follia visionaria di London centrata in questo caso sull’idea del doppio. Nel racconto in questione, che London scrisse per un giornale dell’epoca, due ragazzi identici, l’uno biondo, l’altro bruno, sono dominati da uno sfrenato spirito di rivalità (nei giochi, negli studi e in amore) e lottano per vincere fino all’autodistruzione.
Che fascino può avere sui ragazzi di oggi un tema come questo?
«London anticipa con le sue contraddizioni e il suo complesso romanticismo tante aspettative della nostra quotidianità. I classici sono in fondo i libri che hanno sempre qualcosa da dire. In un’epoca come la nostra i giovani si sentono massificati e imprigionati da un sistema che lascia loro poco spazio per realizzare se stessi. London rappresenta il mito dell’individuo che si batte e vince contro la società. Nello stesso tempo essendo un autore complesso e contraddittorio London riteneva anche che l’uomo non potesse vivere pensando solo a se stesso: l’individualismo estremo conduce alla morte».
Da quali sogni o incubi nascono i suoi disegni e personaggi? Ha tratto ispirazione dalla poetessa e pittrice Silvina Ocampo, la cui voce giunge a noi ancora oggi incantatrice considerando la sua surreale trasformazione della realtà attraverso la fantasia?
«Vorrei che Silvina Ocampo fosse più conosciuta. E sicuramente essendo anche lei argentina e autrice con il marito Adolfo Bioy Casares e Borges dell’Antología de la literatura fantástica è stata per me un punto di riferimento importante. La sua fantasia apre prospettive sconosciute, conturbanti: chi meglio di lei può colpire l’immaginazione di un bambino con le sue storie dalle imprevedibili soluzioni, ai confini tra sogno e realtà? Ho illustrato due libri che la Ocampo scrisse per bambini, Il cavallo alato e L’arancia meravigliosa, entrambi pubblicati da Mondadori a cura di Francesca Lazzarato, ormai purtroppo sono fuori catalogo. Per la Fiera ho disegnato la copertina del romanzo intitolato Argilla (Salani) di David Almond, tra i miei scrittori preferiti perché non lancia messaggi, non vuole insegnare niente e così tanto più le sue storie rimangono impresse».
Dovrebbe essere la scuola a insegnare. La spinta a leggere dovrebbe venire da lì.

E riguardo al disegno la sua vocazione come si è manifestata?
«Ho sempre disegnato da quando sono stato in grado di tenere in mano una matita. In realtà a tutti i bambini piace disegnare, ma non è certo un’attività favorita dalla scuola, che possiamo definire una fabbrica di analfabeti visivi».

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