L’INTERVISTA FRANCESCO CONCONI

Quale può essere il limite dell’uomo? «Il vero limite è nella domanda: chi può dirlo?». Francesco Conconi, già rettore dell'Università degli Studi di Ferrara, non ci casca: «La domanda è sicuramente suggestiva, ma la risposta necessita di studi, numeri e parametri».
Anche il professor Conconi, scienziato dello sport, è rimasto incantato dal gesto atletico del fuoriclasse giamaicano. «Quello che ha fatto vedere Usain Bolt è stato indubbiamente eccezionale. Se poi si tiene conto che dice di essere arrivato a Berlino non al massimo della forma, una cosa è certa: questo record non durerà poi molto, anche perché la macchina di questo nuovo figlio del vento è davvero perfetta, tutta da studiare, osservare e valutare. Quello di cui è capace lo stanno vedendo tutti, ma è chiaro e facilmente pronosticabile che questo sia solo l’inizio».
È possibile stabilire quale possa essere il limite della macchina uomo?
«Il limite lo scopriremo solo vivendo, osservando e studiando con grande attenzione ciò che sarà in grado di fare Bolt o chi come lui. Usain è una macchina perfetta. La biomeccanica è dalla sua parte: grande fluidità e la fisiologia lo è altrettanto. Meccanismi anaerobici molto sviluppati, il che vuol dire fibre bianche veloci eccezionali. Difficile, se non impossibile dire dove possa arrivare la macchina uomo. Ci sarebbe da porsi un'altra domanda: quanti sono i potenziali centometristi nel mondo? Quanti, tra quelli che hanno delle doti genetiche sviluppate per poter essere dei potenziali centometristi, sanno di disporre di queste doti e si stanno dedicando a questa disciplina? Non è detto che nel mondo non si celi un altro Bolt, e probabilmente il diretto interessato neanche sa di possedere in tasca la schedina vincente».
Usain Bolt: 41 passi oltre i confini...
«È cambiata anche la carrozzeria di questi uomini-jet: siamo passati dal brevilineo esplosivo ad un longilineo fulmineo. L’impressione che mi ha dato il fuoriclasse giamaicano è quella di un atleta che non ha dato tutto quello che avrebbe potuto e che sarebbe potuto andare ancora più forte di così. Questo suo atteggiamento mi ha ricordato quello di Sergei Bubka, che centellinava i suoi record. Un centimetro per volta e il premio per il record battuto che saliva di pari passo».
Quanto può incidere l’attrezzatura (scarpe, materiale della pista, ndr)?
«Certamente dà una mano, ma alla base c’è l’uomo. Sicuramente la pavimentazione agevola la prestazione, così come tutto il materiale tecnico utilizzato da questi uomini jet. Una cosa però è certa: qui la differenza la fa l’atleta e questi sono uomini dai meccanismi perfetti. Vedrete che anche nei 200 metri Bolt sarà in grado di incantare, e la cosa è ancor più straordinaria perché eccezionale non è solo il suo meccanismo anaerobico, ma anche quello lattacido e forse anche quello aerobico. Che vada forte anche nei 400?...».
Quindi?
«Quindi diciamo che è molto difficile, quasi impossibile dire quale possa essere il limite umano.

Intanto va detto che sono i cento metri che scelgono l’uomo giusto e in questa disciplina si trovano tanti primatisti perché è quella più praticata e accessibile. Un bimbo che vuole fare una corsa fa subito i cento metri. Tanti praticanti, elevate possibilità di trovare un campione. Ma ripeto: non so quale possa essere il limite dell’uomo, quindi, non pongo limiti».

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