L’INTERVISTA MAKIO HASUIKE

«La prima volta che ho partecipato all’“hanami” avevo dieci anni. Mi aspettavo una grande cosa: a casa le nonne e le zie preparavano dolci e cibi tipici. Non doveva mancare il tè nei thermos e il sakè per i grandi. La meta del pic-nic era il parco di Ueno che circonda il museo nazionale di Tokyo (dove si calcolano più di mille alberi lungo il viale principale) ma - ci crede? - per me bambino quella festa è stata una delusione». Chi parla è Makio Hausuike architetto e designer, l’inventore del celebre marchio MHway su cartelle da ufficio e oggetti, da 46 anni a Milano.
Come mai l’esperienza fu così deludente?
«La mia aspettativa era grande. Ne sentivo parlare da sempre. In Giappone l’anno scolastico e amministrativo comincia il primo di aprile, la fioritura dei ciliegi capita proprio in questo momento di passaggio. I telegiornali danno notizia delle gemme appena spuntate e le famiglie rispolverano il panno rosso delle grandi occasioni per lo spuntino sotto le fronde. Forse per questo rimasi deluso: credevo di assistere all’evento con la E maiuscola e mi imbattei in gruppi di ragazzetti ubriachi. Ricordo che pensai “tutto qui?”».
Da grande cambiò idea?
«Sì, da studente. Associai la caduta dei petali dagli alberi al mio esame di ammissione in Università, facoltà di architettura a Tokyo. Ero emozionatissimo, un po’ in ansia prima di conoscere i risultati, molto felice poi per averlo superato. I ciliegi in fiore hanno accompagnato i vari momenti di quella giornata, specie la “bufera” di petali provocata dalle folate di vento, se uno non si trova in mezzo non capisce. Non si può paragonare a una nevicata, lì c’è il cielo terso, la luce del sole e un miscuglio di profumi leggeri: il cuore si allarga. Per anni quelle fioriture intorno all’università sono state capaci di restituirmi le stesse emozioni...».
Cos’altro le è rimasto nel cuore?
«Ero più grande, sempre nel periodo universitario, feci un viaggio di ricerca nell’antica Kyoto. Era il momento di massima fioritura, l’inizio di aprile. Scoprii l’incanto del paesaggio. Ma anche quella volta i fiori fecero da cornice a un momento particolare della mia vita: ero felice, pieno di entusiasmo. I ciliegi si intonavano ai miei pensieri, entrambi così colorati».


Poi più nessun hanami?
«Da anni ho in mente di concedermi una vacanza in Giappone con tutta la famiglia, non mi sono ancora deciso. Però ho sempre pensato di farlo in primavera, riunendo le mie tre figlie. Un’occasione per fermarsi dagli impegni e riprendere a giocare». Già, tra i fiori di ciliegio.

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