L’INTERVISTA ROBERTO FORMIGONI

«Nessuna polemica, ma è bene mettere i puntini sulle i». Il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni getta acqua sul fuoco dopo l’attacco del viceministro Castelli su Expo ma non ci sta a fare la parte del «braccino corto».
Castelli sostiene che finora l’unico a mettere i soldi per Expo sia stato il governo?
«La verità è che lo Stato ci dà molto meno di quel che ci deve e, al contrario, la LombçÇardia dà più di quel che riceve».
Cosa intende per più e meno?
«Intendo che lo Stato per le infrastrutture dà tra il 20 e il 50 per cento in meno di quel che dovrebbe».
Ad esempio?
«La ferrovia ad alta velocità per Verona costa due miliardi e da Roma ne arriva uno soltanto. E, per quanto riguarda i collegamenti con Malpensa, per il terzo binario della linea Rho-Gallarate lo Stato mette solo 300 milioni sui 540 necessari. Al resto ci pensiamo noi».
Quindi la Lombardia ha la coscienza a posto?
«Per ora Expo va avanti con i soldi della Regione. Non vorrei che si creasse l’impressione di una Lombardia immobile che aspetta gli interventi dello Stato. Non è così».
Su Expo però ce n’è sempre una.
«Mi spiace che l’uscita di Castelli dia l’idea che su Expo ci sia qualcosa di oscuro, quando invece non ci sono polemiche e procede tutto liscio. Tuttavia non è vero che fa tutto lo Stato».
La Regione si è messa in gioco soprattutto per le grandi opere senza chiedere aiuti al governo.
«Per la Brebemi abbiamo investito 1,6 miliardi e lo Stato zero euro. Per la Pedemontana lo Stato contribuisce solo al 25 per cento e per la tangenziale Tem abbiamo investito 1,5 miliardi a fronte di zero euro da parte di Roma».
Però qualche richiesta da fare al governo ce l’ha?
«Sì, chiedo almeno che sulle infrastrutture ci tolga il bastone tra le ruote».
Come?
«Ad esempio lasciando alla Regione la gestione delle procedure di valutazione di impatto ambientale e la valutazione ambientale strategica. Per accelerare i tempi sulla costruzione di infrastrutture necessarie. Altrimenti con la burocrazia romana si perdono mesi.
Però con il precedente governo le procedure erano già state snellite.
«Sì, con la nascita della concessionaria Cal abbiamo guadagnato un anno di tempo. Ma ci vuole un’ulteriore accelerata.

Berlusconi è d’accordo, ora i ministeri devono accettare di trasferire le competenze».
Si chiama federalismo?
«Sì, ed è più che mai urgente il trasferimento di certe competenze alle regioni. La Lombardia può camminare da sola».

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