L’INTERVISTA SIGNORINI

Oggi è direttore di Chi e di Tv Sorrisi e canzoni. Ma, prima di diventare un re del gossip, Alfonso Signorini era professore: ha insegnato lettere per sette anni alle medie e al ginnasio del milanese Leone XIII.
Ha sentito che valanga di 5 in condotta?
«Ho sentito, ho sentito. Sono molto favorevole al 5 in condotta. Lo ero già come prof. Però non credo che debba fare media sul profitto: questo è eccessivo».
Il brutto voto è abbastanza?
«Sì, è già un bel bollino rosso. Chi ha un’ottima media e un cinque in condotta patisce già. Ma il ritorno della disciplina a scuola è fondamentale: ormai siamo troppo abituati a non considerarla come un valore».
Perché?
«I modelli della scuola sono sovvertiti. Basta vedere una trasmissione come Amici: non solo i ragazzi spesso non riconoscono l’autorità, ma gli insegnanti stessi si scannano fra loro».
Voto in condotta, più severità nei giudizi. È d’accordo col ministro Gelmini?
«Sì, sono due versanti complementari per ripristinare il rigore. Come ex prof, non posso che guardare con favore. La severità è da difendere. E la conquista del bel voto dev’essere uno sprone a dare il meglio di sé. La competitività non è un valore negativo: né a scuola né nella vita».
La scuola dev’essere selettiva?
«Certo.

Deve formare gli adulti di domani. Altrimenti rimangono l’appiattimento e la massificazione».
Era severo come prof?
«Ero maniaco: avevo una collezione di matite rossoblù. Ma, ancora oggi, tanti ex alunni tornano a ringraziarmi».

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