L’INTERVISTA VINCENZO PISO (AN)

Vincenzo Piso, deputato del Pdl, domani è in programma il congresso capitolino di Alleanza Nazionale. Avete scelto un titolo evocativo, «La forza di Roma». Perché?
«Perché questa città rappresenta il cuore pulsante del nostro partito, il suo core business. Al Parco dei Principi sceglieremo i 75 delegati da inviare al primo congresso nazionale del Pdl, che si andranno ad aggiungere agli aventi diritto e a quelli eletti nei gazebo, espressione diretta della società civile».
Quali saranno i principali temi che affronterete?
«Il Pdl è stato anticipato nei fatti dal voto dai suoi elettori, la cui omogeneità politico-culturale è il nostro più grande patrimonio. A noi non resta che creare un contenitore dentro il quale ci siano delle regole democratiche per selezionare la classe dirigente e che racchiuda tutta l’eredità della destra. Vogliamo arrivare a costruire un grande partito europeo».
Con quali punti di forza?
«Difesa dell’identità nazionale, enfasi sul ruolo della famiglia e un modello molto pragmatico in materia d’immigrazione, che ponga fine all’accoglienza indiscriminata che ora anche la sinistra mette in discussione. E poi dobbiamo lavorare affinché il nostro Paese non si trovi impreparato di fronte alle sfide globali che ci attendono. Per questo dobbiamo salvaguardare e innovare il nostro sapere, puntando forte sul mondo della ricerca. Abbiamo un’insieme di idee di cui vorremmo discutere con gli amici di Forza Italia».
Questo processo che implicazioni avrà a livello locale?
«Anzitutto si sta decidendo da chi sarà composta la classe dirigente nella regione. Di certo, nel Lazio si trova la capitale, il vero baricentro del Mediterraneo, che merita poteri speciali e la massima attenzione».
Come giudica l’operato del presidente Marrazzo?
«Sono preoccupato e non tirerò in mezzo nemmeno il tormentone della sanità. Siamo arrivati alla macchietta, basta prendere l’esempio dei rifiuti: Marrazzo accusa l’Arpa di non avere ben vigilato, ma quell’agenzia è un soggetto che dipende direttamente della regione. È assurdo»
I tempi siano maturi perché la regione cambi guida?
«Gli ultimi test in Abruzzo e Sardegna non possono che confortarci. E la forte crisi culturale e politica della sinistra non può che aiutarci».


Un giudizio sull’operato di Gianni Alemanno?
«Ha affrontato le emergenze mettendosi in testa l’elmetto e si è messo all’opera per correggere le questioni più serie. Credo che i frutti si vedranno nel giro di qualche anno. Comunque ha dato l’idea di non essere un sindaco di plastica ma una persona vera. E questo per i cittadini fa davvero la differenza».

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