Svelare l«intimità» della Scuola Romana, analizzarne radici e influenze, ma, prima ancora, presentarne gli artisti nel loro quotidiano, fatto di ispirazione, materia e, soprattutto, romanità, nel senso pieno del termine, evidenziando la filosofia tutta capitolina di uno sguardo che fonde rimandi classici e modernità con la naturalezza di chi è costantemente a contatto con lantico.
Questo lobiettivo della mostra «Scuola Romana. Artisti a Roma tra le due guerre», ospitata al Casino dei Principi a Villa Torlonia, fino all11 gennaio. Ideata e promossa dal Ministero degli Affari Esteri, che ne ha voluto fare una sorta di «ambasciatrice» della cultura italiana in Europa, la mostra torna a Roma per arricchirsi di nuove prospettive. È sullonda del successo ottenuto dalliniziativa, infatti, che il Campidoglio ha deciso di creare, probabilmente proprio a Villa Torlonia, esposizioni permanenti dedicate allarte davanguardia del Novecento italiano, che restituiranno al pubblico importanti opere della quadreria comunale, attualmente non esposte. Da Scipione a Guttuso, da Afro a Donghi, il percorso espositivo si snoda attraverso foto, disegni, dipinti e sculture, provenienti per lo più da collezioni di eredi e archivi degli artisti, nel tentativo di proporre un viaggio nel privato della Scuola. Ad aprirlo, simbolicamente, una veduta di Mario Mafai di Piazza del Popolo. Dallopera si torna agli esecutori, dalla veduta allosservatore, in un susseguirsi di autoritratti messi a confronto con foto che ritraggono gli artisti nella quotidianità. Grande attenzione è dedicata al nudo, usato come testimonianza dellevoluzione della Scuola e delle diverse sensibilità artistiche dei suoi componenti. Dalla nudità divertita e appena accennata di Scipione a quella voluttuosa di Mafai, da quella classicheggiante di Donghi a quella languida di Drei, fino a quelle insanguinate di Guttuso e Basaldella. Senza dimenticare le rivisitazioni dellantichità romana di Cagli, Cavalli e Capogrossi, presenti in mostra proprio con le opere che hanno portato alla nascita della definizione «Scuola Romana» da parte del critico Waldemar George.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.