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L’ippica sta morendo ma non succede nulla A settembre si vedrà

Il paziente - l’ippica italiana - ha urgente bisogno di una terapia intensiva in sala di rianimazione, ma viene dimenticato in un reparto per malati cronici e, a malapena, gli vengono somministrate flebo di acqua zuccherata. Se ne riparlerà a settembre, quando però potrebbe essere troppo tardi.
Il Consiglio superiore della magistratura, nella sua ultima riunione, ha deciso, infatti, di rinviare a settembre il parere sulla nomina di Claudio Zucchelli quale nuovo Commissario straordinario dell'Unione nazionale incremento razze equine. Nel decreto di nomina era previsto che Zucchelli, magistrato amministrativo, entro il 31 luglio varasse il bilancio di previsione per il 2010 dell'ente pubblico che governa l'ippica. Claudio Zucchelli sta lavorando a modificare la proposta del contributo fisso all’ippica che sarà ripresentata in Commissione bilancio dal Pdl. Intanto l’ippica, suo malgrado, assume le sembianze dello struzzo che nasconde la testa sotto la sabbia per dimenticare i propri guai. Si tira a campare in un clima di grande ansia e incertezza, con sulla testa la spada di Damocle delle casse sempre più vuote. In questa situazione drammaticamente ingessata alzi la mano chi se la sente di investire un euro nel settore. Gli allevatori del trotto, con una decisione forse discutibile ma sicuramente coraggiosa, sono passati all’azione facendo slittare in avanti di un mese le aste di puledri di Settimo Milanese dove si vende il meglio della produzione. Dopo una concitata riunione a Milano il Consiglio dell'Anact ha deciso forse per il male minore: posticipare le vendite in attesa che la situazione si chiarisca, consentendo agli investitori (leggi i proprietari di cavalli) di sapere di che morte devono morire e a quale montepremi potranno attingere. Va rilevato che i «cugini» del galoppo hanno deciso, altrettanto coraggiosamente, di mantenere inalterate le date delle loro aste, inserite peraltro in un calendario internazionale che non avrebbe gradito slittamenti.
Intanto il ministro delle Politiche agricole, Giancarlo Galan, non perde occasione per sparare alzo zero sull'Unire. Parlando alla Camera il successore di Zaia ha avuto parole feroci sull’ente che «smantellerebbe subito. Si risparmierebbero risorse e il Mipaaf sarebbe pronto ad assorbire le competenze relative all’ippica». Su quest'ultimo punto, ben conoscendo l'estrema complessità della materia tecnica ippica, sorgono ragionevoli dubbi. Non vorremmo, infatti, che il bambino venisse buttato via insieme all’acqua sporca. È questa la convinzione di tanti ippici disposti, obtorto collo, a sopportare ancora sprechi e inefficienze pur di non finire dalla padella nella brace. E il ministro Galan si è affrettato a bollare come «lobby degli zoccoli» quella parte degli ippici che difende l’Unire come ente tecnico che dovrebbe funzionare meglio, essere più agile e meno dispendiosa.

Ma trasferire senza le indispensabili garanzie di efficienza tutte le sue prerogative al Ministero delle Politiche agricole sarebbe un salto nel vuoto che terrorizza questa «lobby degli zoccoli».

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