L’ippica verso il pareggio ma basta con le polemiche

L’ippica verso il pareggio ma basta con le polemiche

Ernesto Cazzaniga*

Dopo anni bui, finalmente il trend dell’ippica di casa nostra sembra in procinto di tornare positivo: l’Unire, infatti, alla luce degli ultimi eventi, potrebbe ragionevolmente raggiungere il pareggio di bilancio già quest’anno per poi puntare ad una successiva crescita. Le prospettive non sono malvagie e tutti gli ippici farebbero bene a darsi una calmata: stop alle polemiche astiose e strumentali, è necessario remare tutti per l’interesse generale. Oggi siamo sulla buona strada: chi scrive è sempre stato favorevole a quartè o quintè, ed anche a vincente ed accoppiata sulle Tris. All’Unire ed ai Monopoli di Stato entreranno più risorse e una piccola percentuale di queste entrate devono essere pianificate per una campagna pubblicitaria a favore di questi eventi sui giornali ed in tutte le televisioni. Dobbiamo fare corse migliori tutti i giorni ma in particolare al mercoledì e al venerdì, giorni in cui ci sono quartè e quintè. Non che le corse attuali siano scadenti, tutt’altro, ma è sempre giusto pensare al meglio con guidatori migliori e cavalli importanti. Allo stesso modo crediamo sia opportuno concedere un contributo a cavalli provenienti da 300-400 chilometri di distanza dalla sede di svolgimento della Tris (massimo cinque soggetti) e prevedere un piccolo aumento di percentuale a favore di proprietari, guidatori, allenatori, e perché no, Società di corse che si mostrino meritevoli di offrire lo spettacolo migliore. È infine necessario, secondo il mio personale punto di vista, nominare per la composizione delle Tris due responsabili, uno per il trotto, uno per il galoppo, piuttosto che Commissioni. Diamoci da fare tutti, vorrei ripeterlo, per migliorare Quartè e Quintè: le somme che si vincono sono la migliore pubblicità per i loro stessi eventi. Ma in questa settimana ho rilevato la ormai stanca e inutile «campagna di stampa» portata avanti dai soliti detrattori, incuranti assolutamente di tutto quanto di buono si può verificare in seno al settore, ma soltanto preoccupati di spargere cattiverie e meschinità. A questo proposito vorrei raccontarvi l’ultimo episodio della serie. Una sera della scorsa settimana ero a Roma per il consiglio della mia associazione che si sarebbe svolto il giorno successivo. Cercando di fare una opera di aggiornamento e informazione presso il Segretario generale dell’Unire, ho chiesto allo stesso di partecipare ad una cena in un ristorante della capitale, cosa che ho fatto, assieme ad alcuni consiglieri presenti a Roma per lo stesso motivo. Abbiamo parlato di tante cose, di tanti progetti inerenti il nostro settore. Ad un certo punto sono arrivati nel medesimo locale alcuni colleghi consiglieri che non hanno sentito la necessità civile di avvicinarsi al nostro tavolo e salutare i presenti, mancando di assoluta sensibilità e rispetto verso il loro presidente ma soprattutto verso il Segretario generale dell’Unire. Io, come mia natura, non ho ricambiato la scortesia, ma mi sono avvicinato al tavolo e educatamente ho salutato tutti. Tutto sarebbe potuto finire in nulla se non si fosse aggiunta una sgradevole e antipatica appendice. Infatti solo dopo pochissimo tempo, potrei dire in tempo reale, è apparsa sul solito sito specializzato in disinformazione sistematica la seguente notizia: «Il presidente dell’Associazione allevatori è stato visto in una romantica cenetta a lume di candela con il Segretario dell’Unire e di alcuni illuminati consiglieri». Sin qui nulla di male se non fosse intervenuta la chiosa maligna finale: ma chi avrà pagato il conto? L’Anact? Di questo squallido episodio e di come è stato raccontato vi assicuro che non me ne potrebbe importare più di tanto, per i seguenti motivi: primo, la «romantica cenetta» è stata offerta personalmente dal sottoscritto, anche se sarebbe stato doveroso che fosse offerta dall’Anact. Ma la cosa che più mi ha ferito e colpito profondamente il fatto che un gruppo di persone tra cui uno sicuramente abbia potuto alzarsi e correre al telefono per veicolare una notizia del genere.

Aggiungo che la cosa che più mi ha amareggiato è che tra i presenti ci fossero alcuni consiglieri della nostra Associazione che si prefiggono di candidarsi alla gestione dell’associazione. Ogni commento mi sembra superfluo.
* presidente Anact (Associazione nazionale allevatori cavallo trottatore)

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