L’ira di Moggi: "Bugie, mai avuto un aereo"

Lo sfogo dell'ex dirigente bianconero contro il numero due dell'economia: "Mostri le prove, col generale avrò parlato tre volte"

da Roma

«Leggo che secondo i magistrati Visco ha mentito tre volte. Bene io dico che Visco ha mentito quattro volte perché io non ho mai avuto aerei e quindi il generale Speciale non ha mai potuto viaggiare sul mio aereo». È risentito Luciano Moggi, l’ex dg della Juventus, tirato in ballo dal viceministro dell’economia nel suo interrogatorio durante il quale ha affermato che l’ex comandante generale «andava in giro sull’aereo di Moggi, prendevano biglietti per sé».

«Io - ha replicato il manager - con Speciale ho parlato sì e no un paio di volte e non ho mai viaggiato con lui su aerei. Biglietti per le partite non gliene ho mai dati. Visco si è inventato tutto di sana pianta per gettare discredito su Speciale perché ora è facile dare la colpa di tutto a Luciano Moggi». L’uomo che portò Lippi alla Juve, ribadendo di non essere stato condannato da nessun tribunale (sta scontando un’inibizione di 5 anni inflittagli dalla giustizia sportiva per Calciopoli, ndr) ha invitato l’esponente diessino a provare le sue dichiarazioni. L’acrimonia moggiana è giustificata dalle stesse risultanze alle quali è pervenuta la procura diRomanella richiesta di archiviazione nei confronti di Visco per le ipotesi di reato di tentato abuso d’ufficio e minacce.

Nelle 13 pagine del provvedimento si rilevano espressioni come «pressioni indebite», «motivo non aderente alla realtà dei fatti» e «dichiarazioni poco plausibili»: è evidente che l’istruttoria ha portato alla luce riscontri opposti alle affermazioni dell’indagato, anche attraverso persone informate dei fatti da lui stesso indicate. Ricapitolando: Visco ha detto di aver pensato alla sostituzione dei vertici della Finanza in Lombardia solo dopo un incontro con i generali Favaro e Pappa anche perché non in sintonia con gli obiettivi governativi di contrasto all’evasione e perché da lungo tempo stanziali nella Regione.Mail viceministro aveva incontrato i generali con un foglietto in mano nel quale erano contenuti i nomi dei quattro ufficiali da sostituire. Questi ultimi avevano ottenuto «giudizi lusinghieri» (anche in relazione ai casi Bnl-Unipol e Antonveneta) e in alcuni casi si erano da poco trasferiti. Il generale Speciale ha inoltre prodotto davanti ai giudici un carteggio dal quale si evince che Visco da tempo meditava gli avvicendamenti.

Le scalate bancarie e le fughe di notizie rimangono sullo sfondo: ai pm Ferrara e Racanelli non resta che archiviare non trovando un nesso causaeffetto. «Motivazioni opinabili »manon un «fatto penalmente rilevante».

Anche l’ipotesi di reato di minacce appare infondata perché gli ufficiali che hanno ascoltato la telefonata dei «pesci in faccia» non hanno ritenuto di sporgere denuncia. Masoprattutto perché il generale, prima «sembra» adeguarsi alle richieste di Visco e poi cambia idea. Al puzzle manca sempre un tassello.

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