Quando hanno visto Repubblica si sono imbestialiti. «Il manager di Noemi indagato per prostituzione», titolava ieri il quotidiano di De Benedetti, con tanto di foto della giovane napoletana finita al centro delle polemiche per la partecipazione del premier, Silvio Berlusconi, alla festa per il suo diciottesimo compleanno e per il vezzo di chiamare il presidente «papi».
Si sono imbestialiti, si diceva, Noemi, mamma Anna e papà Elio Letizia. Già, perché Noemi, di manager, non ne ha nessuno. E meno che mai ha, così come affermato dal giornale, il piacentino Francesco Chiesa Soprani, messo sotto indagine per un presunto tentativo (fallito) di induzione alla prostituzione. Insomma, a detta dei Letizia, una bufala. Una bufala che però potrebbe costar cara a Repubblica visto che la famiglia ha dato mandato al proprio legale di valutare se sussistano gli estremi di querela. «Ora basta - tuona papà Elio -, è arrivato il momento che questa persecuzione di Repubblica finisca. Devono smetterla di diffondere notizie inesatte, false e anche un po tendenziose. Non cè un accordo, non cè alcun contratto con questo signor Chiesa Soprani. Gettare fango su mia figlia e su di noi in questo modo è intollerabile». Elio Letizia ricostruisce così la vicenda: «Noemi - spiega - è stata presente un paio di volte alla discoteca Jet Club di Cermenate, a Como. Ma per una questione di immagine, solo perché è amica - soltanto amica, per carità, nientaltro che amica - del titolare. Non ha mai preso soldi per queste sue comparse come ospite. Chiesa Soprani, per quel che sappiamo noi, si occupa della comunicazione in questo club, ma non cè alcun legame con mia figlia.
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