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L’Irak si riprende la «zona verde» di Bagdad

L’Irak volta pagina e si riprende la sua sovranità. La superfortificata «zona verde», al centro di Bagdad, passa sotto l’autorità irachena. Sede del quartiere generale americano dall’invasione del 2003 era il simbolo dell’«occupazione». Anche se ospita le principali istituzioni del dopo Saddam, dal governo al parlamento del nuovo Irak. La simbolica cerimonia è avvenuta ieri, dopo che alla mezzanotte del 31 dicembre era scaduto il mandato Onu per le operazioni nel Paese. Automaticamente è entrato in vigore il patto siglato fra Bagdad e Washington, che prevede il ritiro completo delle truppe americane nel 2011.
Il primo passo è stato proprio il passaggio dei poteri nella zona verde. «Un anno fa questo era solo un sogno, che oggi è diventato realtà» ha dichiarato il premier iracheno Nouri al Maliki. Per il primo ministro è iniziato «il processo di recupero della sovranità irachena su ogni metro quadrato del Paese».
Nelle stesse ore una cerimonia simile si svolgeva a Bassora, il grande capoluogo del sud. L’aeroporto, base del contingente inglese, è stato restituito alle autorità civili.
Il passaggio di consegne nella capitale è avvenuto, non a caso, di fronte all’ex residenza di Saddam Hussein. «Questa giornata dovrà essere festa nazionale e questo palazzo è il simbolo del ripristino della nostra sovranità» ha sottolineato Al Maliki.
Da ieri sono entrate in vigore le clausole dell’accordo sulla sicurezza fra Usa e Irak. A fine giugno i 140mila soldati americani presenti nel Paese dovranno rimanere nelle proprie basi, lasciando il controllo del territorio alle forze irachene. Il ritiro completo è previsto per il 2011. Dal 1° gennaio le operazioni americane devono venire approvate da comitati militari misti con gli iracheni. Gli Usa non possono più arrestare sospetti, senza un mandato iracheno. I 15mila detenuti nelle prigioni gestite dagli americani dovranno essere incriminati da un giudice locale o rilasciati. Nel sud, i 4.100 soldati inglesi lasceranno il Paese a fine luglio. La svolta verso la completa sovranità irachena è stata resa possibile dalla drastica diminuzione della violenza. Nel 2008 sono morti 5.379 civili, un terzo rispetto ai 16.232 del 2007.
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