La tensione con lUnione europea è ormai al culmine. I Paesi islamici dissotterrano lascia e imboccano il sentiero di guerra, diplomatica per ora, contro lUe.
Non ci sono soltanto folle inferocite, lasciate libere di assaltare e distruggere ambasciate e uffici di rappresentanza di nazioni europee, ma ora anche i governi assumono iniziative bellicose. A cominciare dal Pakistan, che ha convocato al ministero degli Esteri nove ambasciatori occidentali, tra cui lItalia, per presentare una formale e dura protesta contro la pubblicazione delle vignette satiriche su Maometto. E poi lIran, già ai ferri corti con lEuropa per la questione nucleare, che ha minacciato concretamente di imporre sanzioni commerciali ai prodotti del Vecchio Continente.
Insomma, la questione resta aperta e il nervosismo sembra crescere col passare dei giorni invece che scemare. Lo dimostra il ministero degli Esteri pakistano, che ha convocato ieri gli ambasciatori di Francia, Germania, Italia, Spagna, Svizzera, Olanda, Ungheria, Norvegia e Repubblica Ceca (quello di Danimarca era già stato invitato nei giorni scorsi) per presentare «una dura nota di protesta contro la pubblicazione di vignette blasfeme» e per «trasmettere loro i sentimenti del governo e del popolo pakistano», ha detto il portavoce Tasnim Aslam. «La liberta despressione - ha aggiunto - non costituisce licenza di offendere i sentimenti e disprezzare i valori e le credenze di altri popoli». Con un monito finale: «Chiediamo ai governi europei di impedire il ripetersi di tali eventi».
A rendere la giornata più tesa ha contribuito anche lennesima minaccia del presidente iraniano. Mahmoud Ahmadinejad ha infatti ordinato ieri la formazione di una commissione governativa che «valuti la necessità di rivedere e cancellare» le relazioni economico-commerciali con le nazioni in cui siano state pubblicate le vignette satiriche su Maometto. In una lettera inviata ai ministeri interessati, e allagenzia iraniana Isna, Ahmadinejad ha disposto che la commissione (composta dal primo consigliere presidenziale, dai viceministri degli Esteri per gli affari americani, europei ed economici, e dai vice ministri del commercio e del petrolio) riferisca direttamente a lui. «Occorre rivedere e annullare i contratti con il Paese (la Danimarca, ndr) che ha dato luogo a questa azione detestabile e con quelli che l'hanno seguita», ha scritto Ahmedinejad giustificando la propria decisione e denunciando «l'insulto lanciato contro il Profeta da determinati mezzi di informazione occidentali, che dimostrano l'odio verso l'islam e i musulmani, attizzato dai sionisti che controllano quei Paesi, e l'assenza di ogni serio controllo da parte dei loro governanti».
A fine giornata anche il premier turco Tayyip Erdogan è intervenuto sulla questione, affermando che la libertà despressione non include la libertà di insultare».
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