L’Iran ignorerà le sanzioni Onu

da Teheran

Preso metaforicamente a schiaffi dai suoi stessi connazionali, che lo hanno costretto a un’umiliante sconfitta elettorale poche settimane fa, il presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad non vuol saperne di moderare i toni e anzi minaccia di «assestare uno storico ceffone all’Occidente» se questo decidesse di attaccare il suo Paese a seguito della controversia sul programma nucleare di Teheran.
Programma che è sempre il punto dolente dell’agenda politica iraniana. Ieri Ahmadinejad ha affermato, in uno dei suoi accesi comizi in provincia, di considerare «non valida» la risoluzione dell’Onu che impone sanzioni all’Iran e ha assicurato che le attività nucleari continueranno come se non fosse stata mai votata: questo perché è stata ispirata da Bush. «L’Iran ha già umiliato gli Stati Uniti in passato, e lo farà ancora!» ha gridato al suo uditorio il presidente integralista.
E mentre Ahmadinejad continua la sua sfida bellicosa a Washington, a Teheran sembra delinearsi un nuovo braccio di ferro politico. L'ayatollah Nasseri, membro del Consiglio degli Esperti, l'organismo incaricato di scegliere la Guida Suprema della Rivoluzione, avrebbe detto che l'ayatollah Khamenei è gravemente ammalato e dovrebbe lasciare il suo posto entro sei mesi. A Teheran le fonti ufficiali smentiscono queste voci, ma in passato fonti Usa avevano parlato di un possibile tumore che avrebbe colpito la Guida Suprema.

Tra i possibili successori, oltre al figlio dello stesso Khamenei, Mojtaba, anche l'ex presidente Akbar Hashemi Rafsanjani (emerso come vincitore dal voto di tre settimane fa per il rinnovo del Consiglio), e Gholam Ali Mesbah Yazdi, l'ayatollah ultraconservatore considerato «padre spirituale» di Ahmadinejad. Uno scontro, a suo modo, epocale.

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