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L’Iran minaccia di usare l’arma del petrolio

«Se saranno attaccati i nostri interessi bloccheremo la produzione». Teheran pianifica un incontro a breve con l’inviato Ue Solana

Marta Ottaviani

L’Iran non cede. Hamid Reza Asefi, portavoce del ministro degli Esteri della Repubblica islamica, ha fatto sapere che il Paese non ha alcuna intenzione di sospendere l’arricchimento dell’uranio, nemmeno per un periodo di tempo limitato, quello per arrivare a un compromesso con la comunità internazionale. E adesso torna anche a minacciare l’uso di quella che ormai si può definire «l’arma petrolio», ossia lo stop o la riduzione della produzione di oro nero, che avrebbe conseguenze deleterie sui mercati internazionali.
Sulla questione le autorità iraniane hanno rilasciato dichiarazioni contrastanti negli ultimi mesi. L’Iran, che è il quarto produttore di petrolio a livello mondiale e il secondo nell’Opec, in caso di stop, potrebbe far lievitare il prezzo del greggio, che in questo momento si mantiene sui 70 dollari al barile.
Ipotesi tutt’altro che remota, se si pensa che il ministro iraniano del petrolio, Kazem Vaziri Hamaneh, ha dichiarato: «Se gli interessi del nostro Paese verranno attaccati utilizzeremo tutte le nostre capacità come risposta e il petrolio è una di queste. In questo caso il suo prezzo schizzerà ad almeno 100 dollari al barile».
Prospettiva decisamente poco rosea, tanto quanto il vedere l’Iran che continua nelle operazioni di arricchimento dell’uranio senza poter fare nulla. Intanto passano i giorni dal 6 giugno, quando i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell’Onu (Stati Uniti, Russia, Cina, Gran Bretagna e Francia) e la Germania hanno presentato alla Repubblica islamica un pacchetto di proposte per limitare l’arricchimento dell’uranio. Pochi giorni dopo il presidente iraniamo Mahmoud Ahmadinejad aveva fatto sapere che la risposta sarebbe arrivata alla fine del mese di Mordad, ossia dopo il 22 agosto.
Ma adesso potrebbe esserci un colpo di scena. L’Iran, infatti, starebbe pianificando un incontro a breve termine con il rappresentante della politica estera dell’Unione Europea Javier Solana. A questo proposito il negoziatore capo Ali Larijani ha dichiarato: «Stiamo attualmente progettando data e luogo dell’incontro con Solana. Credo che lo vedrò presto e spero che l’incontro sia utile per chiarire alcune questioni relative alla proposta».

Parole che fanno il paio con quelle di Asefi, che ieri ha detto: «Non abbiamo mai parlato di una data precisa per la risposta, ci siamo limitati a dire che sarebbe stata entro il mese del Mordad».
Forse il governo di Teheran potrebbe pronunciarsi sul pacchetto di proposte prima del previsto. Difficile però prevedere se cambierà le sue posizioni.

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