Milano - Quando un format ha successo si esporta al volo, si sa. E' quel che è accaduto ad un progetto di fotografia nato e realizzato al quartiere Isola, a firma Paola Di Bello. Si chiama «Framing the Community» (ampi stralci sul sito della fotografa: paoladibello.com): una finestra «in progress» aperta sul quartiere, dalla quale hanno posato famiglie, gruppi di amici, coppie di giovani e anziani. Il risultato è una riflessione per immagini: la cornice urbana delimita non solo un paesaggio metropolitano, ma umano, segnato dall'appartenenza ad una realtà di «vicinato»: «Il lavoro dell'Isola ha già un suo "gemello" a Prato, dove ho presentato la mostra "Territoria" e ho avuto la stessa commissione da Graz e Vienna» ci racconta l'autrice.
Negli ultimi anni l'Isola è diventata un vero catalizzatore di energie creative per chi lavora con la fotografia: artisti, galleristi, collezionisti, tecnici dell'immagine, tradizionale o digitale, si ritrovano prima o poi calamitati nel quartiere delimitato tra piazzale Lagosta, via Bassi, via Pastrengo e la stazione Garibaldi, con vetrine piazzate tra un laboratorio artigianale e un ristorante slow food. E molti scelgono di abitarci: «Vivo all'Isola da 23 anni, ma tutto quel che ho fatto legato al quartiere è nato negli ultimi tempi, grazie ad un volano d'eccezione, l'Isola Art Center» ci spiega Di Bello. «Il progetto di un artista del Lussemburgo, Bert Theis, che ha portato qui il concetto di "arte pubblica". Si è creato uno spirito propulsivo, di community, intorno al quale hanno lavorato anche altri fotografi, come Flavio Bonetti».
Un altro fotografo che ha scelto l'Isola come casa è Franco Donaggio, che da trent'anni si muove tra vie e piazzette di questo nucleo milanese dove ha ideato i «Metaritratti» che gli diedero fama negli anni Novanta e dove ha deciso anche di esporre la sua ultima personale, alla Galleria Wabi qualche mese fa. E proprio Wabi, animata da Maiter Ferrario, è uno dei nuovissimi fulcri del quartiere per chi ama l'arte dello scatto: ospita mostre di fotografi emergenti, di cui pubblica anche i cataloghi - fino al 26 giugno espone Chiara, con «La linea del tempo» - in un mix culturalmente esotico di immagini, libri, gadget e design contemporaneo.
Il cuore culturale per i fotografi del quartiere però, ma anche per tutti gli appassionati di fotografia di Milano, è in via Medardo Rosso. Qui hanno sede, una di fronte all'altra, Micamera, una delle più grandi librerie della città specializzate in fotografia, dove si scovano edizioni rare e novità scontate e si vendono libri usati, e The Photographer's Room, idea di un gruppo di ex studenti della scuola di fotografia milanese Riccardo Bauer. È un service per foto di alta qualità che ha ideato anche un servizio nuovo per Milano: un'emeroteca internazionale aperta al pubblico e specializzata in riviste di fotografia, dove si può trovare ad esempio la collezione completa di «Archivio», la rivista della Young Photographers Foundation, o l'ultimo numero di «Photo Review Newsletter», il più completo elenco delle mostre fotografiche Usa.
Non poteva mancare lo spazio di un collezionista d'eccezione, Angelo Colombo, che oltre a gestire L.A.B.
, il più grande laboratorio fotografico della città alla Bovisa, nel quartiere del famoso locale Blue Note (che ha ospitato mostre fotografiche sul jazz) ha fondato nel 2001 O' Artoteca (anche nota solo come O') in cui la fotografia convive con tutte le arti, che qui sperimentano, si misurano in performance e partecipano a progetti internazionali.