«Sfortuna». Non ha usato proprio questo termine, ma nemmeno mezze parole Marcello Lippi per trovare il motivo per cui gli attaccanti azzurri sono andati in bianco a Basilea. Un concetto chiaro, ma fin troppo banale. Il ct nel corso della sua esperienza in Nazionale non hai mai negato le occasioni in cui lo stellone è girato a suo favore (a Cipro, giusto un anno fa, dopo la vittoria al 91', disse: «Abbiamo raccolto più di quanto meritato: fortuna, ma serve anche quella»), però legandolo sempre al lavoro di squadra.
E, dopo le batoste della Confederations cup e la partita in chiaroscuro con la Svizzera, emerge lo stesso concetto: fortuna (o sfortuna) e bravura (o errore) viaggiano a braccetto. Il filo conduttore che lega le partite contro Brasile ed Egitto di giugno con quella di mercoledì sera è legato alla sterilità dell'attacco. Sarà anche sfortuna, ma se l'uomo che si trova davanti alla porta non segna (Gilardino, Iaquinta) c'è da interrogarsi sulla bontà delle scelte offensive.
A favore di Lippi, anche se non è proprio un merito, il momento storico del calcio italiano: non offre attaccanti di sicuro affidamento. Se al mondiale il ct poteva contare su un Toni al massimo della forma (35 gol con la Fiorentina) e un Totti a mezzo servizio ma pur sempre decisivo (e che tornerebbe anche a dare una mano: vero, rimane l'orgoglio di non chiamare più chi ha rinunciato alla maglia azzurra, ma siamo sicuri che un gol contro Senderos e Grichting non lo avrebbe fatto?), oggi all'infuori di Giuseppe Rossi c'è ben poco. Gilardino anche contro la Svizzera ha dimostrato che non può sopportare il peso dell'attacco azzurro mentre Quagliarella, Di Natale e Iaquinta non sono goleador in senso stretto. Ma, e arriviamo alle colpe del ct, proprio per la mancanza di nomi di altissimo livello non si può rinunciare a gente come Cassano o Balotelli. Non saranno il Baggio del mondiale americano o il Rossi di quello spagnolo ma se al momento il calcio italiano offre questo, diventa una colpa privarsene. I due offrono spunti di alto livello, assist e una discreta quantità di gol: Cassano lo scorso anno ne ha fatti 15 e Balotelli 10.
L'altra opzione è quella rappresentata da Amauri. Lippi predilige sempre l'utilizzo di una prima punta di stazza ma Pazzini e Acquafresca sono ben lontani dal meritarsi lo status di titolari. E allora spunta l'ipotesi dell'attaccante juventino. A settembre arriverà il passaporto italiano e Amauri non aspetta che di essere convocato dall'Italia: nel Brasile ha troppi rivali e Dunga proprio non lo vede. E non è l'unico ad attendere con ansia. Proprio ieri Buffon a Sky Sport 24 ha detto: «Lui è la soluzione che tutti auspichiamo». Un attestato di fiducia da uno dei leader azzurri e che Lippi non può ignorare.
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