L’Italia è un paese per centenari: sono 16mila e quasi tutte donne

RomaAmicizia sessuata. Si potrebbe definire così il tipo di relazione che più frequentemente stabiliscono fra loro due adolescenti. Si fa sesso, si esce insieme, si va al cinema, si esce da soli e con gli amici ma non ci si sente «coppia», non si accetta l’idea di stare «insieme» in modo impegnativo. Un po’ come racconta il film con Justin Timberlake e la seducente Mila Kunis, Amici di letto, che sta per uscire anche in Italia.
L’«amicizia sessuata» è un fenomeno rilevato nel corso degli ultimi anni dalla sessuologa, Cinzia Silvaggi, che lavora presso l’Istituto di sessuologia clinica di Roma dove coordina il gruppo che affronta proprio i problemi della sessualità nell’adolescenza.
Sesso senza amore, sentimenti ed affettività tenuti a freno. Una realtà che sembrerebbe confermata da un’indagine condotta da un gruppo di psicoterapeuti dell’Ido (Istituto di Ortofonologia) condotta su un campione di oltre 1.600 ragazzi delle scuole medie e superiori, dunque dagli 11 ai 19 anni.
Dall’indagine fra l’altro emerge che per sette ragazzi su dieci, il sesso è puro piacere. Circa il 70 per cento dei giovani afferma che non c’è alcun bisogno dell’amore per avere rapporti sessuali.
Un dato indirettamente confermato dal fatto che la metà degli intervistati, circa il 50 per cento dei ragazzi, confessa di essersi sentito innamorato una volta sola. I sentimenti sono un argomento ostico per la maggioranza dei teen ager ed infatti quasi tutti confessano di parlare d’amore raramente e con difficoltà. L’85 per cento dei ragazzi che hanno partecipato all’indagine preferisce parlare di amicizia.
Per questo l’Ido in collaborazione con la Sima (Società italiana medicina dell’adolescenza) ha promosso una tavola rotonda per approfondire questa realtà e lanciare anche la nuova rubrica on line «Se Sso è Meglio!» sul portale diregiovani.it. Uno spazio offerto ai ragazzi proprio per aiutarli ad affrontare senza tabù il tema della sessualità e dell’affettività.
I ragazzi, osservano gli esperti che hanno condotto l’indagine, si sentono pronti per gestire delle relazioni intime ma mettono alla porta la dimensione affettiva.
«Il sesso e la sessualità per gli adolescenti assumono diversi significati. Attraverso i rapporti sessuali i ragazzi imparano a conoscere ed a negoziare con l’altro sesso - spiega la sessuologa Cinzia Silvaggi - Attraverso il sesso nell’adolescenza passa anche la conferma della propria identità di genere: si scopre la propria eterosessualità od omosessualità. Infine certo c’è la ricerca del piacere».
Quello che colpisce nel dato della ricerca è il rifiuto o comunque l’apparente negazione dell’affettività da parte sia dei maschi sia delle femmine.
«Questa è una novità che io riscontro già da qualche tempo - prosegue la Silvaggi - Storicamente era il maschio a vivere il sesso come piacere, svincolando il rapporto sessuale dalla dimensione relazionale. Ora anche il dato di questa ricerca sembra confermare che le ragazze si muovono in questa direzione anche se nella mia esperienza vedo che comunque le donne sono ancora un po’ più propense a coinvolgersi in una situazione relazionale rispetto ai maschi».
Una parità reale in questo senso è ancora lontana sempre secondo la sessuologa. «Le ragazze sono comunque molto più informate dei loro coetanei sui rischi, dalla gravidanza alle eventuali infezioni, e sui metodi contraccettivi - spiega la Silvaggi - Ma non riescono ancora a negoziare, ad imporsi ad esempio per quello che riguarda l’uso o meno del profilattico. Sono stati fatti passaggi cognitivi, razionalmente le giovani sono più consapevoli, mancano i passaggi affettivi».
Alla tavola rotonda che si terrà oggi sull’argomento prenderanno parte pure il ministro della Gioventù, Giorgia Meloni e il presidente della commissione Cultura della Camera, Valentina Aprea.

Per la Aprea il fatto che il 70 per cento degli adolescenti affermino che per fare sesso non è necessario essere innamorati «non è una dimostrazione di forza ma di debolezza e fragilità, oggi manca un’educazione sentimentale».
Necessario, prosegue la Aprea «tornare a educare i giovani per renderli più forti e consapevoli delle loro azioni».

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