I dubbi, Marcello Lippi, se li porterà anche nel 2010 e non poteva essere diversamente. La serata di esperimenti cesenate, ultima apparizione azzurra dell’anno, regala divertimento, promozioni e conferme. È un’Italia molto diversa da quella di Pescara, anche se la partita con la Svezia - a detta dello stesso Lippi - era l’appuntamento meno importante dell’uno-due novembrino. Carte d’identità alla mano, la squadra in campo è più giovane e dimostra più freschezza: Candreva e Biondini si dimostrano elementi su cui insistere (il primo per duttilità. il secondo per fisicità), Marchetti si rivela un buon vice Buffon, Maggio regala 45 minuti intensi e visti i guai fisici di Santon (che si opererà al menisco e tornerà solo a gennaio) si candida nel borsino di vice Zambrotta.
Ma una delle note piacevoli della serata è rappresentata da Di Natale: non ci sono campioni del mondo in campo (tranne Camoranesi, che giocherà l’ultimo quarto d’ora) ed è la prima volta dal trionfo di Berlino, il trottolino dell’Udinese indossa la fascia di capitano in forza delle sue 30 presenze e fa capire di non voler rinunciare a un posto fra i 23. Forse perché gli brucia ancora quell’errore dal dischetto che ci mise sull’aereo di ritorno agli ultimi Europei e sancì l’addio di Donadoni. La firma sul successo, l’ottavo annuale su 15 partite, la mette però un difensore, Giorgio Chiellini, al secondo gol azzurro. Novanta minuti in campo come a Pescara, grande determinazione (con un cartellino di troppo) e la conferma che il toscano è un elemento insostituibile di questo gruppo. Pazzini, invece, cerca invano un gol per giustificare la «polemica» su Amauri e rilanciare la sua candidatura.
Alla sua cinquantesima panchina azzurra, Marcello Lippi - di casa a Cesena dove ha allenato 20 anni fa salvando i bianconeri - mette in campo una Nazionale sperimentale che rispetto a Pescara ha in campo i soli Chiellini e Candreva dall’inizio. Il tempo stringe (siamo a poco più di 200 giorni dal Mondiale) e quello in Romagna è il penultimo appuntamento prima della fine del campionato. Al Manuzzi immancabili gli striscioni che chiedono la convocazione di Cassano, ma stavolta nessun Superman improvvisato che invade il terreno di gioco. Giallo sui fischi al ct nel momento in cui lo speaker legge il suo nome: un’agenzia parla di una bordata diretta a Lippi, i commentatori Rai (e molti cronisti presenti a Cesena) smentiscono seccamente. Acclamatissimo il centrocampista del Cagliari Biondini, cesenate doc, al suo esordio da titolare con la maglia della Nazionale dopo il debutto con l’Olanda.
La partita è piacevole sin dalle prime battute: gli azzurri rischiano qualcosa all’inizio (bravo Marchetti, chiamato in causa quando è ancora «freddo» sulle conclusioni ravvicinate di Svensson e Mellberg), poi regalano precisione e intensità, buone giocate e soprattutto quello spirito di gruppo che tanto piace a Lippi. Candreva, a differenza di Pescara, rimane in campo per un tempo ma evidenzia grande duttilità giocando su entrambi i lati del centrocampo prima a tre, poi a quattro con l’arretramento di Marchionni. A volersi sbilanciare, nella volata verso il Mondiale il centrocampista romano sembra avere qualche metro di vantaggio sugli avversari diretti.
Meglio il primo tempo del secondo, quando Lippi inizia la girandola dei cambi (con il debutto assoluto di Cassani, un’altra alternativa per i laterali di difesa). Il ritmo rimane alto, le occasioni azzurre diminuiscono e nel finale la Svezia testa ancora i riflessi di Marchetti. «Una partita soddisfacente, attacchi da una parte e dell’altra, i ragazzi non hanno accusato i tanti cambiamenti della squadra, ho visto impegno, voglia ed entusiasmo - dirà Lippi alla fine del match. Vedo lo spirito che c’è sempre stato, c’è grande entusiasmo, ma dobbiamo completare il gruppo e c’è da lavorare ancora».
L’appuntamento è per il 3 marzo, ultimo test prima del ritiro in altura (forse al Sestriere).
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