da Roma
Grazie alle nuove tecnologie e ai reattori di ultima generazione Epr lItalia potrebbe tornare a produrre energia nucleare nel giro di 5 anni. La stima è di Giuseppe Nucci, nuovo ad della Sogin, la società del ministero dellEconomia nata nel 1999 da una costola dellEnel per smantellare e mettere in sicurezza gli impianti nucleari italiani. La Sogin, spiega Nucci in unintervista a Il Sole 24 ore Radiocor, è pronta a mettere a disposizione del Paese le competenze accumulate nel settore qualora lItalia imbocchi concretamente la strada del ritorno allatomo.
È una prospettiva realizzabile quella di un ritorno al nucleare in Italia in tempi brevi? «Dal punto di vista tecnico - afferma Nucci - il ritorno al nucleare in Italia non solo è assolutamente praticabile ma richiederebbe un lasso di tempo limitato: con i nuovi reattori Epr i tempi sarebbero molto ridotti rispetto al passato. Diciamo 5 anni. È chiaro che la decisione è politica e spetta a governo e Parlamento. Noi come centro di competenza nucleare siamo a disposizione».
Qual è il bilancio dellattività della Sogin e quali sono i programmi in cantiere? «Il pre-consuntivo 2005 evidenzia che Sogin ha speso circa 130 milioni di euro per le attività di smantellamento degli impianti nucleari italiani, gestione del combustibile esaurito e condizionamento dei rifiuti radioattivi. Anche il bilancio delle attività di mercato si conferma positivo».
Nellultimo periodo sono state sollevate alcune critiche sullefficienza con cui Sogin impiega i fondi che riceve dalla tariffa elettrica. «Le attività di smantellamento - replica Nucci - certamente risentono della diffidenza con cui in Italia si guarda alle attività nucleari. Ma ci sono state anche alcune inefficienze interne. In Sogin ho trovato una struttura verticizzata e caratterizzata da una attribuzione non ottimale di responsabilità.
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