Anno nuovo, Italia vecchia. Cioè Italia sul podio, Italia forte in discesa come in slalom, in superG come in gigante, Italia vincente con i giovani, ma sempre lì anche con i veterani... Ieri la gloria è arrivata per Nicole Gius, 28 anni appena compiuti, seconda nello slalom di Zagabria, slalom durissimo e lunghissimo (un minuto a manche, sulla stessa pista che gli uomini affronteranno domani), slalom che la piccola Nicole ha affrontato con un numero di partenza penalizzante, il 20, ma senza paura, anzi, con quel pizzico di incoscienza che giustamente deve avere chi a un certo punto della carriera non ha più nulla da perdere. Una filosofia che il più delle volte aveva fregato la piccola altoatesina, famosa per il suo salutino alla telecamera del traguardo di ogni gara: che vada bene o male, Niki fa sempre ciao con la manina destra, sorridendo. Purtroppo, finora, era sempre andata così così: ottava, nona, undicesima, dodicesima... Sempre lì, ma mai là, dove conta davvero essere. E non per incapacità o per timore. No, solo e sempre per eccesso di foga, o la va o la spacca. Quasi sempre Nicole aveva spaccato: «Lo slalom è così, premia chi non sbaglia: oggi ho avuto fortuna perché tante di quelle che erano davanti a me lo hanno fatto, per una volta mi è andata bene!».
Tenera Nicole, che ieri ha usato la manina anche per esultare, perché gli otto decimi affibbiati a tutte la dicevano lunga sulla sua stupenda seconda manche. Poutiainen (malata), Aubert, Zahrobska, Zuzulova... una a una sono finite dietro e, a quel punto, il quarto podio della carriera era già sicuro. Maria Riesch ha lasciato poche speranze (1 secondo e mezzo di vantaggio) dopo la prima manche. La tedesca ne ha ceduto più di uno alla Gius, ma è rimasta davanti, pronta a festeggiare l'ennesimo podio assieme all'amica del cuore Lindsey Vonn, dominatrice della prima manche.
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