Economia

L’italiana Dr «base» europea di Chery

Chery, il colosso cinese che ha firmato con Fiat una lettera d’intenti che deve tramutarsi ancora in un accordo concreto, sta allungando i tentacoli sull’Europa. E l’Italia, in proposito, potrebbe diventare una base produttiva strategica grazie alla partnership siglata con la Dr, casa costruttrice di Macchia d’Isernia. Al Motor Show di Bologna, infatti, l’azienda molisana presenta in questi giorni la Dr1, una city-car realizzata in collaborazione con i cinesi, che sarà venduta nel 2009 con un prezzo sotto i 10mila euro. Massimo di Risio, presidente del gruppo Dr, non esclude sviluppi della cooperazione con i cinesi («per ora è un accordo industriale - afferma - ma in futuro potremmo anche essere la loro testa di ponte in Europa»).
L’ipotesi è che, quando Chery affonderà le radici nel Vecchio continente, Dr diventi una sorta di marchio «premium», lasciando agli asiatici il mercato dei prodotti di massa. Di Risio non esclude anche un eventuale ingresso, con una quota pesante, di Chery nell’azionariato italiano («tutto è possibile», commenta). Non è un caso, comunque, che la fabbrica molisana dove lavorano 200 addetti e ha una capacità produttiva attuale di 8mila veicoli, è oggetto di un ampliamento. «Vogliamo portare la produzione a 24mila unità l’anno - afferma di Risio -: l’impianto sarà completato entro la fine del 2009». «È da tempo che lavoriamo con Chery - aggiunge - e per un colosso delle sue caratteristiche è sicuramente strategico stringere accordi con realtà come la nostra, che conoscono bene il mercato e vantano una capacità stilistica importante. L’intesa prevede che noi seguiamo il design dei modelli, l’omologazione e la parte tecnologica. Inoltre, i prodotti frutto della joint venture saranno commercializzati come Dr, in Europa, e Chery, in Cina. Tutti i veicoli diesel, per i quali utilizziamo i motori di Fiat Powertrain Technologies, saranno realizzati nel Molise». Dr e Chery hanno allo studio sei progetti, altro segnale in direzione del rafforzamento della partnership.

I cinesi hanno chiesto a di Risio di poter vendere nel Paese asiatico il Suv Dr5, lo stesso che l’azienda italiana ha cominciato a diffondere utilizzando la catena Finiper.

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