Gli occupanti non cedono: pensano a un corteo da organizzare domani in centro, discutono se coinvolgere nella protesta contro la riforma Moratti i «colleghi» delle superiori e, soprattutto, non hanno alcuna intenzione di lasciare le quattro aule occupate venerdì scorso in via Festa del Perdono, sede della Statale. Unazione contro la quale ieri si è pronunciato il senato accademico. Con toni tuttaltro che concilianti.
Il testo della mozione approvata dallassemblea (solo tre i voti contrari) definisce loccupazione «unazione evidentemente illegale decisa e attuata da poche decine di persone prive di qualsiasi rappresentatività, molte delle quali estranee allateneo». Fa appello a politici e istituzioni perché arrivi da loro un «chiaro, inequivocabile e responsabile pronunciamento, con comportamenti conseguenti» e lancia laccusa più grave: «La sede della Statale non può diventare, a maggior ragione nellimminenza di scadenze elettorali, un porto franco per comportamenti impropri e avventuristici».
E gli occupanti? Respingono le accuse ricordando le assemblee (ieri erano in trecento a quella delle 15) i gruppi di studio sulla riforma. Sui muri delle aule occupate sono comparsi però volantini dei centri sociali, bandiere palestinesi, su un tavolino sono esposti testi e riviste di estrema sinistra. «È vero, lateneo è aperto a tutti - spiega una studentessa al termine dellassemblea -. Ma siamo qui per la riforma, non per fini politici».
Non la pensa così il resto dellateneo. «Con la mozione rivolgiamo un appello politico alla città perché condanni questa azione - spiega Enrico Decleva, il rettore -. Una protesta che forse appare soft nelle parole, ma che ha effetti pesanti e sgradevoli». Decleva si riferisce alle lezioni saltate perché le aule erano occupate. «I tempi della didattica adesso sono serrati, perdere una settimana di corsi crea problemi seri». Tra gli studenti che ieri mattina hanno trovato laula occupata cera chi si chiedeva perché lateneo non cerchi altri spazi dove svolgere le lezioni. «Non è facile - spiega il rettore -. Tutte le aule, in questo periodo, sono usate otto ore al giorno, trovarne di libere è difficile. Se ho chiesto alla polizia di procedere con lo sgombero? Per ora, lo ripeto, abbiamo voluto prendere una posizione forte di condanna».
Il timore evocato dalla mozione è che allateneo si stia giocando una partita politica. Contro la protesta si era espressa in un primo momento la Sinistra giovanile diessina. Solidarietà agli occupanti ieri è stata espressa dai consiglieri regionali Giuseppe Civati (Ds) e Luciano Muhlbauer (Prc). «La Statale non può essere usata come pretesto per farsi la lotta tra aree politiche», aggiunge Decleva.
«Ed è sospetto il ritardo con cui la protesta è arrivata a Milano rispetto a Roma o Bologna» aggiunge Michele Benetti, rappresentante degli studenti al Senato accademico per la lista Obiettivo Studenti.
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