L’Ocse ci ripensa: crisi meno grave

FUTURO Pil mondiale giù del 4,1% nel 2009 In Italia -5,5% ma il governo ha fatto bene

L’Ocse ci ripensa: crisi meno grave

Riviste drasticamente al ribasso lunedì scorso dalla Banca mondiale, le stime sul Pil globale vengono invece ritoccate verso l’alto dall’Ocse. Per la prima volta dopo due anni, l’organizzazione di Washington riformula dunque in chiave positiva l’outlook del pianeta, pur sottolineando il permanere di aree di criticità destinate a rendere debole e fragile una ripresa comunque contrappuntata dalla disoccupazione montante. Quanto all’Italia, dovrà sopportare un peggioramento della crisi quest’anno malgrado le misure sagge prese dal governo nei confronti della recessione.
Insomma, zone d’ombra alternate a spiragli di luce, tali da indurre l’Ocse a rimettere mano alle previsioni di marzo. Il 2009 vedrà così un calo dell’economia mondiale del 4,1% e non più del 4,3% atteso tre mesi fa, mentre per il 2010 si prevede un rialzo dello 0,7%, rispetto a un calo dello 0,1%. A pesare sul miglioramento delle stime è stato il recupero degli Stati Uniti, dove il Pil non scenderà del 4% ma del 2,8% quest’anno e salirà l’anno prossimo dello 0,9%, invece di restare inchiodato allo zero. Per Eurolandia, invece, i segnali di rilancio «non sono ancora chiaramente visibili»: il Pil scenderà del 4,8% quest’anno (-4,1% nelle precedenti stime), per poi registrare una crescita zero il prossimo (-0,3%). Recovery quindi troppo lenta per sanare le ferite della disoccupazione, che salirà infatti nel 2010 al 12%, con ricadute sui consumi privati.
Alle sofferenze dell’euro zona non si sottrae il nostro Paese, segnato da una recessione «molto forte» che si protrarrà fino alla fine del 2009, con il calo dell’export e il peggioramento delle condizioni finanziarie che hanno colpito duramente gli investimenti. La disoccupazione salirà fino a toccare il 10,2% nel 2010 (una piaga che si può mitigare «con l’incremento del lavoro a tempo ridotto»), mentre il deficit registrerà un aumento «sostanziale» per attestarsi al 5,3% quest’anno e al 5,8% il prossimo. Alla luce della situazione generale, dunque, le stime Ocse parlano ora di un calo del Pil del 5,5% quest’anno (-5,3% agli ultimi aggiornamenti) e un ritorno a una crescita dello 0,4% il prossimo. L’Ocse promuove tuttavia l’azione governativa, definita «molto saggia», per aver evitato uno stimolo fiscale aggressivo preferendo riallocare la spesa all’interno del bilancio previsto, in modo da far fronte alle preoccupazioni sociali e dare stimolo economico all’attività.

«I dati italiani sono piuttosto brutti perché l’Italia ha un punto di partenza più basso in termini di crescita e a causa della sua non brillante competitività», ha dichiarato il capo economista dell’Ocse, Jorgen Elmeskov, secondo il quale la politica attuata dal governo ha molti «elementi sensati».

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