Caro Massimiliano, ti propongo di aprire tramite il Giornale un dibattito su un tema che credo si possa inserire ai primi posti per il cittadino «normale».
Qualcuno a suo tempo ha detto che un sistema fiscale oppressivo spinge/giustifica levasione. Eresia! No, verità. Io credo che sia meglio usare il verbo «spingere» ma non tocca la sostanza. Credo che esista un altro problema di pari gravità. Lillegalità nasce più dalla paura della «burocrazia» che dalla sanzione: limportante è non farsi scoprire. Ovvietà! No, verità in molti casi lillegalità nasce dalla mancanza di «buon senso» da chi deve far rispettare la legge. Perché questa mancanza di buon senso. Perché manca totalmente la «discrezionalità» nel lavoro dei funzionari pubblici? È il funzionario che fugge dalla responsabilità o è il «legislatore» che ha paura che la discrezionalità spinga alla corruttibilità? Credo che questo sia il nocciolo del problema. Il legislatore non da fiducia alla pubblica amministrazione, il superiore non da fiducia al suo addetto. E il sistema si blocca, o meglio non si blocca ma «vessa» il cittadino. In alcuni Paesi (Francia) il «fisco» ti dice vengo fra due mesi il giorno... per un controllo: preparati a rispondere.
Risultato: qualche volta corregge a tuo favore.
È solo un esempio. Immaginate se è possibile in Italia!
Credo che ognuno di noi possa testimoniare episodi di questo tipo di «vessatura» di questa macchina che nessuno riesce o può fermare se non ricorrendo a costosissime forme di difesa personale spesso oggetto di ricatto... con il rischio che se perdi sei rovinato.
Voglio citarti un caso che cerco di sintetizzare al massimo. Una contravvenzione per sosta il 15 maggio (ciclomotore). Pagamento tramite posta il 26 maggio. Notifica della contravvenzione il 16 settembre. Ripetuta notifica della stessa contravvenzione a fine settembre. Risposta (con segnalazione del pagamento) il 7 ottobre. Notifica che il pagamento risulta di importo errato il 27 dicembre. Risposta e spiegazione del possibile errore il 9 gennaio. Riscontro dal quale si evince: «Consideri ad esempio che in caso di pagamento parziale se la somma rimanente non viene versata entro il sessantesimo giorno dalla notifica ai sensi del combinato disposto dellarticolo 202-203 comma 3 C.d.S e 389 del regolamento di attuazione del C.d.S diviene esigibile il pagamento della metà del massimo previsto (con sostanziale raddoppio della somma dovuta)».
E adesso che è tutto chiaro: che fare?
Sinceramente non lo so. Mi accingo ad andare a ritirare nuove «raccomandate» perché non consegnate! (a Sturla), mi accingo a nuove visite al Matitone (dallaltra parte della città), mi aspetto qualche «anno di galera»!
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