L’ok di Trichet: «Importante ridurre il debito»

nostro inviato a Cernobbio (Como)

La Bce e tutto il sistema europeo delle banche centrali considerano le misure della manovra «estremamente importanti per la riduzione rapida del debito pubblico italiano e per migliorare la flessibilità dell’economia italiana». Il numero uno della Banca centrale europea, Jean-Claude Trichet (che a novembre sarà avvicendato da Mario Draghi) ha confermato il giudizio positivo sulle misure taglia-deficit del governo. Nel corso del Workshop Ambrosetti ha tuttavia cercato di fare gioco di sponda con il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che ieri lo ha pubblicamente ringraziato per il sostegno all’Italia. L’acquisto di Btp da parte della Bce ha contribuito a mantenere il differenziale di rendimento col Bund tedesco a livelli più o meno accettabili.
La manovra, ha aggiunto Trichet, è «decisiva per consolidare e rinforzare la qualità e la credibilità della strategia italiana e della sua affidabilità creditizia». Per raggiungere gli obiettivi prefissati, però, occorrono «riforme strutturali» che non competono alla tecnocrazia bancaria, ma alla politica. Gli esecutivi europei, ha rilevato, devono tener conto del fatto che «non è sufficiente controllare soltanto l’inflazione per combattere la crisi ed evitare la recessione, ma la Bce non può sostituirsi ai governi». Il banchiere, prossimo al termine del mandato, non ha voluto farsi coinvolgere dal clima pessimista che si respira in riva al lago sul futuro del nostro Paese, ma ha solo richiamato l’esecutivo al rispetto dei propri impegni. D’altronde, ha anche osservato come l’allentamento del Patto di stabilità richiesto da Francia e Germania nel 2003 sia all’origine del minore rigore greco nei conti pubblici. L’unica eccezione l’ha fatta per Napolitano e, in uno scambio di battute, ha sottolineato che «è essenziale che l’obiettivo annunciato di diminuzione del debito sia pienamente confermato e implementato».
Dopo un venerdì nel quale Bruxelles aveva richiamato l’Italia a un maggior rigore, anche il commissario Ue alla Concorrenza (ex degli Affari economici), Joaquín Almunia, ha sostanzialmente adottato un profilo molto cauto nei confronti del governo Berlusconi. Il rischio di un’ulteriore recessione, ha dichiarato, «non è un problema solo dell’Europa ma globale». In quest’ottica i governi dei Paesi che hanno tensioni sul debito «sono tenuti ad attuare le decisioni, concordate a livello europeo, il più rapidamente possibile». Nessun anatema è stato scagliato nei confronti dell’Italia, anzi Almunia ha anticipato che la crisi potrebbe determinare un rallentamento nell’adozione del nuovo regolamento comunitario sulle istituzioni finanziarie molto più restrittivo rispetto a quello in vigore. Oltre al miglioramento del fronte estero bisogna registrare anche un passo indietro del presidente della Bocconi, Mario Monti, candidato in pectore alla guida di un fantomatico esecutivo tecnico. «Penso che questo governo debba farcela, non c’è tempo per altre soluzioni: il governo deve farcela, è assolutamente imperativo», ha affermato.
Una situazione favorevole che il ministro dell’Economia Tremonti, giunto in anticipo a Cernobbio in vista dell’intervento di oggi, non ha voluto modificare astenendosi da qualsiasi commento e scambiando qualche chiacchiera con il direttore dell’Fmi, Arrigo Sadun prima di andare a cena con Trichet. Non ha fatto lo stesso il ministro degli Esteri, Franco Frattini, che ha sfiorato l’incidente diplomatico dichiarandosi sicuro che la Bce continuerà ad acquistare i titoli italiani.

«Insisteremo perché continui nella sua saggia politica per supportare gli sforzi di stati come l’Italia e la Spagna». Un’uscita improvvida visto che Francoforte è indipendente dai governi, ma per fortuna non ha avuto nessun seguito.

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