L’Olimpico incorona gli Iron Maiden

Un viaggio nella storia del metal. Mercoledì, a partire dalle tre del pomeriggio, lo stadio Olimpico si trasformerà in un tempio per gli amanti della musica heavy. Una maratona rock che raggiungerà l’apoteosi con lo show degli Iron Maiden, in scena dalle 21.30. La storica band britannica, fondata alla fine degli anni ’70 dal bassista Steve Harris, torna a Roma in formazione ormai stabile e ben collaudata, con il cantante Bruce Dickinson, il batterista Nicko McBrain e i tre chitarristi Dave Murray, Adrian Smith e Janick Gers. Il gruppo è in tour per promuovere l’album più recente, A matter of life and death, ma anche per celebrare i 25 anni di uno dei suoi dischi più celebri, quel The number of the beast che avrà un consistente spazio nella scaletta del concerto. «È sempre un piacere per noi suonare all’aperto - dice Bruce Dickinson - e ci siamo resi conto che c’è molto interesse per i 25 anni del disco. Per sottolineare l’evento, abbiamo deciso di dare un po’ di “Bestia” in più ai fan». Insieme ai brani dell’album più recente, dunque, almeno cinque pezzi da The number of the beast più una ricca selezione di classici. E a sentire Dickinson lo spettacolo si annuncia davvero memorabile. «Siamo onorati e orgogliosi di ritornare in Italia - continua il cantante - dove i nostri fan hanno portato A matter of life and death al numero uno. Non suoniamo a Roma da molti anni e questo sarà il nostro più grande show di sempre nel vostro Paese. Per ringraziare il pubblico dell’amore per la band suoneremo un numero maggiore di vecchi classici e, inoltre, abbiamo proibito a Eddie di andare ancora in vacanza, quindi sarà sicuramente con noi per lo show al gran completo. Sarà una grande notte per tutti noi». Eddie non è il settimo membro della band, bensì il glorioso simbolo degli Iron Maiden. Un affabile pupazzone, ideale protagonista di un film horror, che accompagna gli amici in tour portando con sé un pirotecnico repertorio di effetti scenografici.
Prima dei Maiden saranno sul palco i Motorhead, formazione leggendaria nonché pietra angolare della scena metal, guidata dal cantante-bassista Lemmy Kilmister, icona del rock dalla voce di carta vetrata. Alle sei del pomeriggio sarà la volta dei Machine Head, appena premiati dalla prestigiosa rivista inglese Metal Hammer per il recente disco The blackening, eletto album dell’anno.

Il concerto sarà aperto dai Sadist, storica band italiana personalmente scelta da Steve Harris. Nel loro nuovo disco, pubblicato ad aprile, suona anche il maestro Claudio Simonetti, già leader dei Goblin, che aggiunge classe allo stile e alla tecnica sopraffina del quartetto genovese.

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