Roma

L’Olimpico da Madonna ai Testimoni di Geova

Tutti in curva Sud, bibbia alla mano. E oggi c’è il battesimo per i nuovi adepti

L’Olimpico da Madonna ai Testimoni di Geova

Virginia Polizzi

Prima Calciopoli, poi una croce per l’autoflagellazione di Madonna, ora una piscina per il battesimo dei nuovi adepti. Lo stadio Olimpico quest’estate non si fa mancare proprio niente e, in attesa della ripresa del campionato di calcio, ieri ha aperto i cancelli all’incontro dei Testimoni di Geova. Tre giorni, fino a domani, di letture, confronti, canti e preghiere per gli oltre 20mila fedeli arrivati dal Lazio e dall’Umbria. Un appuntamento importante: secondo i Testimoni, infatti, starebbe arrivando il giorno in cui Dio ci libererà dai peccati del mondo. Concetto che è poi il tema dell’assemblea di quest’anno. In una Roma quasi deserta, con la maggior parte degli abitanti ormai in ferie, fuori dallo stadio già dalle prime ore di ieri mattina le strade erano invase dai pullman. File ordinate di persone vestite a festa si dirigevano verso gli ingressi, chi con un cuscino, chi con le borse frigo. La giornata si preannunciava lunga. Alle 9,30 in punto la curva Sud era gremita, tutti in piedi. Ma un qualsiasi ultrà della Roma sarebbe rimasto a bocca aperta. Niente megafoni o bandiere giallorosse a colorire gli spalti e al posto degli striscioni del tipo «Che Dio ve furmini», tanto per rimanere in tema Apocalisse, migliaia di Bibbie aperte. Ognuno con la sua, anche i ragazzi più piccoli che in mano avevano pure un quaderno: «Lo usiamo per prendere appunti - dicono - per segnarci i versetti che gli anziani stanno leggendo». Ma niente vacanze? «Sì, certo, ora ci andremo - assicura la mamma guardando i suoi pargoli - ma questo appuntamento non ce lo potevamo perdere». Poi silenzio. Uno degli anziani sale sulla pedana allestita a bordo del pratone. Prende il microfono e con voce squillante scandisce: «Dopo tanta attesa finalmente ci incontriamo, affinché possiamo essere ammaestrati dal nostro Padre Geova, in un momento difficile in cui la liberazione dal peccato è vicina». Ne sono convinti. «Sono troppe le coincidenze negli ultimi tempi che coinvolgono l’intero mondo e che ricalcano i versi della Bibbia relativi alla venuta di Dio», spiega Antonio Delrio, uno dei portavoce dell’Assemblea. E non si riferisce solo ad Al Qaida o al terrorismo in generale. «Inquinamento atmosferico, grandi crisi ambientali, terremoti, allagamenti, tsunami... Tutto preannuncia ciò che è stato scritto duemila anni fa», spiega. Allarmati? In fondo è dalla fine dell’Ottocento che i Testimoni di Geova preannunciano il giorno della liberazione. E poi, assicurano, non sarebbe proprio la fine del mondo ma l’inizio di uno nuovo, quello del regno di Dio, senza cattivi né peccatori. Il raduno di Roma è l’ultimo e il maggiore dei 79 che quest’estate si sono svolti in Italia e che, secondo gli organizzatori, hanno coinvolto ben 270mila delegati. «Un’occasione per festeggiare, per incontrarsi e per diffondere il nostro pensiero», spiegano dagli spalti. L’ingresso, infatti, è libero e chi lo vorrà, oggi, potrà assistere al battesimo dei nuovi adepti che si immergeranno in una piscina appositamente allestita così come duemila anni fa fece Gesù nel fiume Giordano.

Domani, invece, in programma una rappresentazione in costume tratta da un episodio biblico.

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