L’ombra del serial killer su tre omicidi in fotocopia

da Lecco

Un’altra donna uccisa, abbandonata in un bosco, nascosta in un sacco. Un’altra prostituta ammazzata e trasportata in provincia di Lecco. È la terza. E la ripetitivà delle modalità, la vicinanza dei tempi tra un ritrovamento e l’altro, la professione delle ragazze, fa pensare a un serial killer. La stessa mano dietro tre omicidi. L’ultimo scoperto l’altro ieri. Un escursionista che stavano camminando sulla strada che da Esino Lario conduce a Parlasco, un sentiero dedicato alle passeggiate e battuto dai cacciatori, ha sentito uno strano odore. Si è avvicinato e ha trovato un sacco di plastica verde. Ha fatto un taglio per guardare all’interno e ha trovato i resti di una donna semivestita. La schiena nuda, addosso biancheria intima e minigonna. Vent’anni, forse 30, difficile stabilire con esattezza l’età, per ora. Difficile anche capire da quanti giorni fosse lì quel corpo, che la neve avrebbe aiutato a restare conservato anche per settimane. Il killer l’aveva fatto rotolare giù per il burrone. Lì l’ha trovato l’uomo che ha fatto la scoperta.
Un fatto identico era successo l’estate scorsa a Morterone, il più piccolo comune della provincia. Un escursionista aveva sentito uno strano odore, aveva pensato alla carogna di un animale, era sceso lungo il sentiero a controllare e aveva trovato i corpi di due ragazze. Gli inquirenti scoprirono che erano due giovani prostitute romene che lavoravano nel milanese. Ionela Dragan, 19 anni e Luminita Dan, 17 anni, madre di un bambino di pochi mesi. Erano state seviziate con un coltello, uccise e portate nel bosco. Luminita aveva un compagno che la costringeva a prostituirsi tra Milano e il Comasco. I carabinieri lo rintracciarono ma non risultò coinvolto.

L’assassino non è mai stato individuato, ma ci furono diversi arresti nel mondo della prostituzione. Per questo gli investigatori per ora non pronunciano la parola serial killer e ufficialmente puntano sulla pista del regolamento dei conti. Ma i dubbi restano.

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