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L’OPPOSIZIONE AUTOMOBILISTICA

Finalmente, c’è qualcosa di cui parlare nella seduta del consiglio regionale di domattina alle 10, con all’ordine del giorno: «Mozione di sfiducia al Presidente Burlando a causa dell’infrazione stradale avvenuta nei pressi della A10 sottoscritta da Vincenzo Plinio, Alessio Saso, Matteo Marcenaro, Sandro Biasotti, Francesco Bruzzone, Nicola Abbundo, Giovanni Macchiavello, Franco Rocca e Luigi Morgillo».
Finalmente, c’è un po’ di ciccia. E, se c’è, è grazie alla nostra capacità di inchiesta e all’impegno di chi lavora in questa straordinaria redazione: Ferruccio Repetti, Giovanni Buzzatti, Diego Pistacchi e Diego Ponzè in questi giorni, dopo lo scoop di Repubblica su Burlando agli Erzelli contromano, hanno firmato una serie di approfondimenti e di inchieste che hanno messo a nudo tutte le contraddizioni nelle cose dette dal governatore o scritte dai giornali che ne hanno raccolto le confidenze (peraltro non smentite) nelle varie versioni e interviste fornite sull’infrazione di domenica scorsa: la proprietà dell’auto; i motivi della presenza agli Erzelli; le persone con cui si accompagnava il presidente della Regione; fino alla notizia di oggi sull’assenza di Claudio Burlando dal consiglio regionale di martedì scorso.
Tutta roba seria e che ho provveduto personalmente a verificare insieme ai colleghi, con i testimoni e con i diretti interessati citati negli articoli. Perchè le inchieste o sono documentate o non sono. Tutta roba, intendiamoci, anche apparentemente insignificante. Assolutamente irrilevante ai fini penali o amministrativi.
Che importa se domenica a Erzelli c’era Carlo Castellano oppure no? Perlomeno a me, ma credo a tutti i nostri lettori, interessa sapere se davvero andrà in porto il sogno di vedere dieci-dodici aziende e magari una multinazionale nel nuovo parco scientifico e tecnologico per il bene di Genova e di tutti coloro che hanno a cuore il futuro di questa città.
E che importa se Burlando ha fatto anticipare di qualche ora il congedo per partecipare all’incontro di Roma con Letta e Padoa Schioppa? Ha diritto pure lui ad avere un minimo di vita privata e può fare tutto lo shopping che vuole.
Però, c’è un’altra domanda. Che bisogno ha Claudio Burlando, persona con cui siamo in disaccordo su molti punti, ma che è educata e rispettosa dei ruoli, di dire piccole bugie, di cadere in piccole contraddizioni? A che pro? Perchè? Certo, è giustificato dallo stato di profonda confusione e sofferenza personale di questi giorni, ma viene il sospetto che poi possa mentire su questioni ben più serie.
Paragonare il governatore ligure a Clinton può sembrare esagerato. Ma qui sta il punto: l’impeachment contro il presidente degli Stati Uniti non era dovuto alla scappatella contro Monica Lewinski, ma alle bugie per negare la scappatella. E proprio questo dovrebbe essere, ovviamente a mio parere, il punto centrale degli interventi di domani in consiglio regionale.


Fa piacere vedere che anche il capogruppo di Alleanza Nazionale Gianni Plinio - che pure nei giorni scorsi è stato uno dei principali propugnatori della sbagliata e demagogica mozione di sfiducia “stradale“ contro Claudio Burlando, portata avanti con enfasi meritevole di ben altri argomenti anche da Sandro Biasotti e da tutta la Casa in Regione - abbia corretto il tiro in corsa ed ora abbia centrato in pieno l’argomento: «Troppe contraddizioni nel suo racconto. Per molto meno negli Usa si dimette il presidente».
Meno mozioni, meno emozioni, più politica.

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