L’opposizione censura la diretta tv sull’aborto

L’Unione grida allo scandalo e accusa Casini di avere chiesto la trasmissione dei lavori. Ma era un equivoco

L’opposizione  censura la diretta tv sull’aborto

Francesca Angeli

da Roma

L’indagine conoscitiva promossa dall’Udc sulla 194 prende il via oggi in un clima di aspro scontro tra i due poli. Prima ancora di dare il via alle audizioni l’Unione attacca la Casa delle libertà su due questioni di merito: la diretta televisiva delle sedute e i soggetti, istituzionali e non, da convocare per le audizioni.
Il presidente della commissione Affari sociali, l’azzurro Giuseppe Palumbo, aveva chiesto che le sedute venissero trasmesse in diretta sul canale satellitare che segue di prassi i lavori della Camera. Una proposta che ha provocato subito l’alzata di scudi della sinistra, soprattutto perché in un primo momento sembrava che a chiedere la diretta fosse stato addirittura il presidente della Camera, Pier Ferdinando Casini. Un equivoco che aveva fatto gridare allo scandalo i rappresentanti dell’Unione in commissione che erano già pronti ad agitare il fantasma di un’inchiesta persecutoria con il subdolo scopo di cancellare la 194. «Perché non la diretta su Radio Vaticana e Radio Maria?», aveva ironizzato Maura Cossutta del Pdci, mentre la diessina Grazia Labate aveva fatto notare che non si era fatta la diretta «neppure per la Sars».
Polemiche strumentali, fa osservare Palumbo. «I colleghi della sinistra cercano di coinvolgere in modo del tutto immotivato il presidente Casini in una vicenda che non lo riguarda affatto - dice Palumbo -. La trasmissione delle indagini conoscitive è una consuetudine che non ha mai destato scandalo. Comunque per la trasmissione occorre il sì da parte dei tre quarti dei votanti. Dato che Margherita e Ds hanno votato contro, la trasmissione non ci sarà». Insomma, a prescindere da chi l’aveva chiesta, la diretta sulle sedute non è gradita al centrosinistra.
L’Unione invece ha insistito moltissimo per allargare a soggetti diversi le audizioni, sostenendo che la scelta della presidenza era unilaterale e lasciava fuori proprio chi di aborto si occupa tutti i giorni.
«Figuriamoci - replica Palumbo -, la Cossutta ha chiesto di sentire dieci ginecologhe amiche sue che lavorano nei consultori. Comunque abbiamo accolto molte richieste della sinistra». Le audizioni in tutto saranno una ventina. Si parte oggi con il ministro della Salute Francesco Storace. Verranno sentiti anche il ministro della Giustizia Roberto Castelli, gli enti locali, i medici che operano nei consultori, l’Aie, il Movimento per la vita e, come ha chiesto l’Unione, l’Udi, l’Unione donne italiane, la Caritas e l’associazione donne immigrate. E su questo punto è Palumbo a sollevare la polemica. «La sinistra ha chiesto di allargare le audizioni, dunque avremo bisogno di più sedute, ma tutti si sono rifiutati di lavorare nei giorni di chiusura della Camera, tra Natale e la Befana - attacca Palumbo -. Io non posso derogare dalla data di chiusura dell’indagine, che deve restare il 31 gennaio. Quindi la commissione dovrà lavorare anche il 27, il 28 e il 29 dicembre. Altrimenti non ce la facciamo».
Tocca ad Ignazio La Russa, capogruppo di Alleanza nazionale alla Camera, cercare di calmare le acque. «Non vogliamo un’indagine superficiale e affrettata e non vogliamo cancellare la 194 - assicura -. Una materia tanto delicata non deve diventare tema di scontro politico».

Una posizione, quella di An, più laica di quella dell’Udc, puntualizzata da una frase inserita nel documento di via libera dal capogruppo di Alleanza nazionale in commissione, Giulio Conti: «Non vi è alcuna volontà di modificare la legge 194». Una precisazione al testo che avrebbe chiesto espressamente ai suoi Gianfranco Fini.

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