Non resta che abbandonare quellaula «grigia, soporifera e inutile». Tris di aggettivi firmati Casa della Libertà. Fotografia del consiglio provinciale che, dice lopposizione, «non è più coinvolto». La prova? Il caso Serravalle, che ieri è approdato nellaula di Palazzo Isimbardi dove il presidente Filippo Penati avrebbe dovuto spiegare «perché la giunta ha agito contro il mandato del consiglio».
Ma la spiega non cè stata e i rappresentati della Casa delle Libertà hanno quindi abbandonato i banchi, con lesclusione della Lega che, comunque, reclama «più correttezza del presidente nei confronti degli eletti dal popolo» insieme a «un posto per la Brianza nel nuovo consiglio damministrazione della società autostradale». Decisione presa quando si è scoperto che Penati - «presente dopo aver chiesto alla presidenza del consiglio di poter essere ascoltato» ricorda Giovanni De Nicola di An - non avrebbe fatto alcuna comunicazione in merito alla rottura unilaterale del patto di sindacato con il Comune. «Noi, alle pagliacciate non siamo disponibili» fa sapere il capogruppo di Forza Italia, Bruno Dapei: «Avremmo ascoltato con molto interesse le spiegazioni del presidente che prima parla a mezzo mondo e poi, a fatti compiuti, avverte il suo consiglio. Sa di aver violato lunica indicazione data allunanimità da questaula: quella di impegnare la giunta a coinvolgere il consiglio nelle scelte strategiche sulla Serravalle».
Impegno non rispettato e seguito annota Dapei «dalle otto lettere-fotocopia di dimissioni dal cda della società presentato da altrettanti rappresentanti della Provincia. Domanda: chi ha dato quellordine? Il presidente o la giunta?». E poiché da Penati non è arrivata risposta lopposizione - «qui presente per senso di responsabilità e per garantire il numero legale» aggiunge De Nicola - si dice pronta a ricorrere alla via giudiziaria, «pensavamo che fosse questaula la sede opportuna ma per voi è evidentemente unaltra, laula di giustizia». Ricorso contro chi ha agito senza rispettare il mandato e che, al civico 1 di via Vivaio, «sattende solo gli applausi della sua maggioranza».
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