L’ordine del sergente Lippi: flessioni per tutti

Claudio De Carli

Arrivano gli Usa e Marcello Lippi si adegua. Nella partitella mattutina di ieri a ranghi contrapposti, come si dice in gergo, il ct azzurro ha ordinato ai componenti della squadra che subisce una rete di effettuare per punizione delle flessioni.
L’ordine perentorio è anche molto preciso e specifica dieci flessioni per ogni rete subita. Pare che la punizione sia immediata, preso il gol tutti ventre a terra, e pare anche che Totti non si diverta tantissimo. Ma i più attenti hanno segnalato che questa è una vecchia abitudine del ct che infligge queste pene corporali con il sorriso sulla bocca.
Non ci sono più i giri di campo di una volta.
E neppure le notti dentro le botti immersi nell’acqua fino alla gola nelle quali re Fahad bin Abd al Aziz addolciva i suoi calciatori che tornavano dal mondiale senza averlo vinto. E re Fahad, vera sintesi fra terra e cielo, non guardava in faccia nessuno, neppure a Saeed Owairan che a Usa ’94 fece il miglior gol della rassegna. Mentre a Riyahd, nelle oasi e in tutto l’Islam ringraziavano Maometto per aver dato a Owairan quel piede benedetto, il re lo mise in carcere per aver violato la legge islamica e lo lasciò lì fino alla successiva edizione del mondiale, quando lo scaraventò in mezzo a un campo nella speranza che ripetesse un nuovo miracolo per l’Arabia Saudita. Pare che Owairan vivesse il giorno della convocazione al mondiale francese come un incubo nell’eventualità di una nuova punizione.
Oggi, mondiale tedesco, anno 2006, re Fahad bin Abd al Aziz è diventato il sultano della giustizia e della bontà e per sconfiggere l’equitazione e la corsa dei cammelli, i due sport sauditi per eccellenza, ha investito 45 milioni di dollari per promuovere il calcio. Salvo poi applicare pene a piacimento nel caso i nipotini di Owairan non lo soddisfino.
Più o meno la stessa scuola del simpaticissimo figlio di Saddam Hussein che gestiva la federazione di calcio irachena con metodi bizzarri e costringeva i reprobi ad allenarsi con una palla che definiva medica ma in realtà era di pietra e ogni volta che veniva colpita faceva molto male.
Ma la punizione corporale più curiosa viene dai trasgressivi olandesi e viene dritta dritta dal quel gran capoccione del ct Van Basten: «Ogni volta che due giocatori durante l’allenamento litigheranno, saranno costretti a scambiarsi un bacetto per rappacificarsi». Pare che la pensata sia venuta dopo un litigio fra Van Persie e Robben. Il grande Marco non ha specificato quale pena infligga nel caso di risse che coinvolgano più giocatori.
D’altronde il ritiro è per uomini duri e, anche se al seguito della squadra olandese ci sono le signore, può sentirsi l’esigenza di mantenere una certa disciplina da caserma fra i ragazzi. Punizione comunque difficilmente esportabile: martedì era successo a Del Piero con un ragazzino del Duisburg a cui ha rifilato un paio di calci e una gomitata durante la partitella di allenamento. Difficile pensare che il vecchio Alex gli avrebbe dato un bacetto.
Comunque la ritorsione più terribile è tutta da immaginare e mette i brividi al solo pensiero.

Lo sceicco Abdallah Al Najd in occasione della rassegna mondiale si è lanciato contro il football: niente traverse fra i pali, niente righe bianche e nessuna scena di giubilo dopo il gol. In fondo il suo è un calcio pulito, ma ciò che inquieta è la Fatwa che ha lanciato verso tutti i fratelli musulmani presenti in Germania che adorano questo calcio degli infedeli: sarà una semplice punizione corporale?

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