L’orgoglio comunista punta sui precari in crisi per non uscire di scena

Lo slogan. La lista riunisce sotto il simbolo della falce e martello Rifondazione comunista, i Comunisti italiani, Socialismo 2000 e i Consumatori uniti. Una coalizione dichiaratamente anti-capitalista che al grido di «Su la testa!» fa della politica economica la sua mission. «Vogliamo rifare il Pci perché i lavoratori ne sentono la mancanza», ha dichiarato Diliberto.

Gli obiettivi. «Dare voce agli invisibili», cioè parlare al ventre molle dei lavoratori che pagano lo scotto della crisi mondiale. Così si mira a raggiungere lo sbarramento del 4% non oltrepassato alle scorse Politiche, quando l’Arcobaleno raccolse solo il 3,1%. Per farlo si punta sull’aumento degli ammortizzatori sociali, sul blocco dei licenziamenti, sull’innalzamento dei salari.

Il punto forte. L’ottimismo nasce dal fatto che il simbolo comunista (non presente alle Politiche) ancora riscuote successo tra i nostalgici. E soprattutto dal fatto che un partito di opposizione sociale attecchisce meglio in periodi di crisi economica come questo.
Il punto debole.

Il terreno da recuperare è tanto: gli ultimi sondaggi registravano un crollo nell’elettorato operaio, proprio dove invece i leader vorrebbero sfondare. E la nascita di una formazione «fratricida» come la vendoliana Sinistra e libertà rischia di dividere i voti.

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