L’orologeria rallenta ma non si ferma di fronte alle difficoltà del momento

La complessità e delicatezza del momento di mercato attuale sono ormai, purtroppo, ben note: a partire dall'ultimo trimestre del 2008 ad oggi, infatti, i riflessi della crisi economico-finanziaria mondiale si sono palesati in modo chiaro, sia a livello produttivo che, soprattutto, in riferimento ai consumi pro-capite. I dati delle esportazioni delle industrie orologiere svizzere hanno toccato, nei primi mesi del 2009, picchi negativi come non si verificavano dal marzo del 2005: in gennaio, -21,5%, -22,4% in febbraio. Su questi risultati influisce pesantemente la forte flessione dei modelli in acciaio, che «pesano» per oltre il 50% in volume nelle esportazioni globali, ma va sottolineato come pure i metalli preziosi abbiano perso molto terreno (sempre in febbraio, -25,8 l'oro e -13% il platino). L'elemento più grave però è il contestuale declino anche in termini di valore, stabile da due mesi intorno del 22%. In un'analisi in base alle fasce di prezzo, emerge come il segmento in maggior difficoltà sia quello «medio», orientativamente posizionato sopra ai 500 euro fino ai 1.500/2.000 euro, ma il forte rallentamento si è verificato, anche se in misura minore,pure nell’alto di gamma e nella fascia più bassa di prezzo.Così gli operatori al dettaglio, durante le fiere di Ginevra e Basilea, hanno incrementato all'ennesima potenza le cautele, limitando gli ordini per ammortizzare più rapidamente lo stock e garantirsi una rotazione minima in vista di previsioni non certo rosee.Un po’ di sereno, tuttavia, viene proprio dall’Italia che, in febbraio, ha aumentato le sue importazioni di oltre il 2 per cento.
I produttori, ovviamente, hanno agito in linea con il trend del momento, lavorando più su estensioni di linea che non su vere e proprie novità. Dunque, nessuna novità rivoluzionaria, fatta eccezione per quei concept watch che, ogni anno, fanno parlare di sé per la straordinarietà delle soluzioni tecniche: senza dubbio, nel 2009, si è segnalato in questo senso il C1 Quantum Gravity di Concord, in titanio, la cui cassa si riduce ad un'immagine fatta di spazio e trasparenze, una struttura scheletrata protetta da 6 vetri zaffiri che permettono di osservare il meccanismo da tutte le angolazioni. Costituisce, infatti, un unicum con il movimento, integrato da elementi che, apparentemente, agiscono in assoluta indipendenza, come la gabbia del tourbillon o il contatore esterno dei piccoli secondi; impressionante, infatti, la gabbia «sospesa» del tourbillon mantenuta in posizione verticale da un insieme di cavi tesi spessi 4/10 di mm, oppure l'indicazione della riserva di carica deputata ad un processo chimico, reso possibile dal liquido di nanoparticelle verde fosforescente presente nella colonna mobile in vetro, posta tra il 12 e l'1. Dunque, ampio spazio a rivisitazioni e celebrazioni, come La Tradition di Breguet con platina brunita (la Maison guidata da Nicolas G. Hayek ha realizzato anche uno splendido Ripetizione Minuti con indicazione 24 ore d'assoluta purezza estetica), il Monaco di TAG Heuer fresco «quarantenne» nel segno di Steve McQueen e, in particolare, lo Speedmaster Moonwatch di Omega, l’orologio che quarant'anni or sono era al polso degli astronauti dell'Apollo 11 che toccarono per primi il suolo lunare nel luglio del 1969. Per l'occasione Nicolas G. Hayek ha riunito alcuni dei protagonisti di quell'impresa durante un'affollata conferenza stampa ed ha fatto realizzare, oltre alla riproposizione della versione manuale in acciaio, anche una preziosa variante in platino, in edizione limitata.
La tendenza alla «tranquillità» ed all'«attesa» da parte dell'alto di gamma si è manifestata anche attraverso il Fuso Quadrato di de Grisogono, che ha ripreso lo stesso schema di apertura e chiusura di un diaframma lamellare già impiegato in un altro modello, oppure nel Golden Bridge di Corum trasformato in senso orizzontale e dotato di ponti in titanio, o ancora nelle versioni sempre più sportive del Worldtimer di Porsche Design. Un qualcosa di veramente particolare, al contrario, ha realizzato la Chronoswiss, con un Regolatore connotato dalla presenza dei «secondi morti», ottenuti mediante un sofisticato dispositivo brevettato nella sua interazione con la ruota di scappamento. Altri modelli innovativi erano stati presentati al Salone dell’Alta orologeria di Ginevra nel gennaio scorso: il modello Richard Lange «Pour Le Merite» con sistema di carica mediante conoide e catena e il nuovo cronografo a contatore centrale dei minuti su disco rotante (movimento di manifattura)della Cartier.
In termini generali, poi, oltre alla tendenza sopra indicata, le Case hanno privilegiato casse rotonde e di dimensioni più contenute rispetto al passato, i colori maggiormente frequentati, sia nei movimenti che nei quadranti, sono stati il nero antracite, il full-black e il marrone chocolate, mentre per l'orologio femminile è tornata a dirigere il mercato una cassa molto piccola (da citare Patek Philippe, Girard-Perregaux, Cartier e Bulgari). Infine, degni di rilievo l'orientamento sempre più ecologico della Citizen (che ha lanciato tra l'altro un'evoluzione dell’Eco Drive radiocontrollato) e il posizionamento di Seiko sempre più in alto con la collezione Ananta (di spicco il modello con il sistema Spring Drive).


In riferimento, poi, all'attività delle griffe di moda, continua la dinamicità delle acquisizioni e delle proposte da parte dei principali attori del mercato come Binda, Global Watch Industries, Ambre Italia, Time Creations Watches, Fossil Group Italia e GB Partners, che hanno presentato collezioni centrate sui colori, dal marcato accento sulla caratterizzazione dei quadranti e in rigida armonia con il mood delle griffe stesse.

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