Lortopedia è cambiata profondamente. «Un tempo - afferma il dottor Augusto Palermo - la specialità in ortopedia non esisteva, infatti il chirurgo generale si occupava di trattare anche le patologie muscolo-scheletriche in modo spesso approssimativo. La specializzazione in ortopedia nacque come prima esigenza di trattare il bambino (Ortos-pais = fanciullo diritto, da cui il nome ortopedia) e poi si estese al trattamento delle patologie dell'adulto. Oggi lortopedico è soprattutto un clinico che sa scegliere la migliore indicazione chirurgica, ma è lo specialista che deve intervenire». Il dottor Palermo è responsabile dellunità funzionale di ortopedia della clinica San Gaudenzio di Novara, una struttura del Gruppo Policlinico di Monza. Da poche settimane il dottor Palermo ha costituito e coordina il Gruppo ortopedici associati (Goa - wwwinfogoa.it), formato da quindici specialisti che affrontano tutte le problematiche ortopediche con un approccio multidisciplinare. Ogni team ha una grande competenza nellarea in cui opera. Il dottor Palermo è responsabile della chirurgia dellanca, il dottor Giuseppe Calafiore della chirurgia protesica del ginocchio, il dottor Roberto Simonetta delle patologie legamentose del ginocchio (ha operato numerosi calciatori militanti in serie A), il dottor Mario Rossoni della chirurgia della spalla (consulente della pallanuoto Nervi, che milita in A1), il professor Carlo Formica luminare da anni della chirurgia vertebrale. «È impensabile per un singolo operatore raggiungere una elevata professionalità in aree così differenti dove le metodiche adottate sono sempre più sofisticate e si evolvono con grande rapidità. Le patologie legamentose - precisa il dottor Palermo - sono oggi affrontate per via artroscopica, sia nel ginocchio che nella chirurgia della spalla. Il grande sviluppo che si è registrato nellortopedia è frutto della necessità di migliorare le tecniche chirurgiche per dare risposte più efficaci alle aumentate richieste funzionali del paziente e non è pertanto possibile che lo stesso professionista riesca a trattare ad alto livello tutte le patologie. Oggi la chirurgia mininvasiva ha aperto nuovi orizzonti allortopedia che si sta sempre più indirizzando verso il mantenimento del patrimonio biologico del paziente. Si punta al rispetto dellanatomia, a interventi sempre meno traumatici, e si ottiene il miglior risultato funzionale ed il pronto recupero psicofisico. Un tempo si considerava abile il chirurgo che eseguiva grandi tagli, oggi si va nella direzione opposta. Lausilio dei nuovi strumenti mininvasivi ha migliorato le nuove soluzioni, ma ha richiesto una maggior delicatezza chirurgica da parte delloperatore».
Negli anni Sessanta e Settanta lortopedia italiana conobbe anni doro grazie alla attività di pionieri come il professor Scaglietti a Bologna e Mastroagostino nella chirurgia pediatrica ortopedica a Genova.
Una volta molti ortopedici italiani guardavano le scuole che si erano sviluppate allestero, in particolare in Germania e negli Stati Uniti, con un timore quasi reverenziale. «Un approccio immotivato se si considera - ricorda Palermo - che numerosi ortopedici italiani partecipano oggi alla realizzazione di protesi innovative che vengono poi adottate in tutti i Paesi occidentali». A Roma, a fine settembre, si è tenuto un incontro scientifico sulle nuove tecniche per revisionare protesi già impiantate. Dal 7 all11 novembre si terrà a Milano il congresso nazionale di ortopedia. È un fiorire di iniziative, di incontri scientifici. La necessità di garantire al paziente una super specializzazione in ogni settore della chirurgia ortopedica impone l'aggregazione di più chirurghi affinché sia possibile perseguire un servizio di eccellenza chirurgica e scientifica.
In Italia si impiantano ogni anno oltre 70mila protesi danca che riescono ad eliminare il dolore ed a ridare la funzionalità a molti pazienti che rischierebbero di essere costretti allimmobilità se non operati.
La ricerca avanza, si migliorano le metodiche e si utilizzano nuove protesi più efficaci e durature.
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