RomaAlleanza nazionale offrirà «un contributo essenziale alla nascita del Pdl». E questo soprattutto grazie all«azione di Gianfranco Fini», che ha saputo «imprimere una direzione chiara e unaccelerazione straordinaria verso una destra liberale».
Il presidente del Senato Renato Schifani ha riservato un omaggio particolare al collega presidente di Montecitorio. Ma il suo intervento ieri al Congresso di Alleanza nazionale è stato rivolto a tutto il partito che entra nel Pdl: «Siete protagonisti di una nuova fase della storia dItalia», a partire «dalla svolta di Fiuggi», ha detto alla platea. Ma Gianfranco Fini («lo saluto e gli rendo omaggio», orgoglioso «di lavorare con lui» e con Napolitano) è stato «il vostro leader in questi anni», ha riconosciuto la seconda carica dello Stato. Un capo che «con tanta determinazione e lungimiranza vi ha saputo condurre alle storiche scelte che oggi vi accingete a compiere». An in questo momento sta compiendo un «gesto politico non comune, non facile e coraggioso». Questa fusione, «tappa storica», è una naturale «coesione di valori», oltre che una «semplificazione politica».
«Vivo insieme a voi con passione queste giornate - ha assicurato Schifani - consapevole che si sta costruendo un momento che dovrà segnare la storia del sistema politico del nostro Paese e non solo». Una storia che però terrà conto del «patrimonio» di An, il cui custode sarà Silvio Berlusconi: «In lui - ha garantito lospite azzurro - troverete pienamente la capacità di comprendere e far proprio quanto di nobile, di duraturo, di valido, cè nella storia del vostro partito». Ma Schifani si è detto «sicuro che questo patrimonio sarà ben custodito» da tutta «la nuova formazione politica».
Ad An va dato atto di aver cercato e trovato «laudacia di accettare la sfida di entrare a far parte di una realtà nuova, alla quale portare il contributo di una forte vocazione identitaria che è stata, nel corso degli anni, uno dei vostri punti di forza».
Complimenti, rassicurazioni, ma anche chiamata alle responsabilità: «Oggi siete protagonisti di un ciclo politico, elettorale e anche culturale che ha lambizione di segnare la storia del Paese». Senza «rimpianti», quindi, per quellItalia «instabile, frammentata» e «immobile politicamente», del passato.
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