«La foresta di Mogari» di Naomi Kawase (Giappone/Francia), con Shigeki Uda, Machiko Ono, Makiko Watanabe è al Festival di Cannes in quota estremo oriente, dove i film giapponesi sono uno (questo) e quelli coreani due. Nessun cinese, invece.
Presentato ieri, è la storia di un vecchio ricoverato in un ospizio di campagna e della giovane che l'assiste. Coetanea della Satrapi (1969), la Kawase è al secondo film a soggetto, realizzato con dignità, che tenta perfino un po' d'umorismo. Ma per reggere fino alla fine occorre davvero la vocazione al volontariato.
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