Là lo tsunami, qua il terremoto dei luoghi comuni

Siamo a diecimila chilometri di distanza da Tokyo ma peggio del terremoto è il terremoto di luoghi comuni, rigorosamente antisismici. Per esempio, noi occidentali, noi italiani in particolare, ogni volta qui a doverci sentire impartire lezioni: «I giapponesi ci stanno dando una grande lezione di dignità». E cioè? Restare impassibili mentre il terremoto si porta via i tuoi cari. Più resti impassibile, più hai dignità, boh. Tutta questa ammirazione sarà un bovarismo della cultura cristiana, il porgi l’altra guancia ingigantito al porgi l’altra casa, porgi l’altra città, porgi l’altra famiglia? In ogni caso, vorrei far notare, lo si era detto anche degli abruzzesi, che avevano dignità, senza per questo trasformarli in samurai.
C’è il noto scrittore civile ospite di Enrico Mentana, al quale viene chiesto: «Cosa pensa uno scrittore civile di tutto questo?». Lo scrittore civile dice che «la potenza della natura può fare male, molto male». Resta da capire cosa penserà uno scrittore incivile, come me per esempio, o perfino un non scrittore, un operaio, un impiegato, un avvocato, un medico, uno spazzino, chissà.
Si noti che la natura nominata non è mai la natura della scienza, piuttosto una medaglia a due facce, una ambientalista e una religiosa: per la prima bisogna rispettare la natura, la natura è buona per definizione, e ogni cataclisma è colpa dell’uomo, visto come un essere a se stante, cattivo, capitalista. Per la seconda un tempo era una punizione divina, oggi è un monito a essere umili e non arroganti di fronte al «creato». Insomma in un verso o nell’altro un bel vaffanculo alla natura non ci scappa mai.
Alla sintesi esilarante delle due scuole di pensiero ci pensa Adriano Celentano: «Gli esperimenti nucleari del Pacifico, le trivellazioni nei fondali del Golfo Persico, milioni di ettari incendiati per favorire la cementificazione abusiva, i tagli alla cultura ridotta in pezzi. Tutte cose, per cui la Natura sta perdendo la pazienza». È l’interpretazione in chiave teologico-totemica della teoria del caos: Tremonti taglia i fondi alla cultura in Italia e la natura si vendica distruggendo il Giappone.
E pensare che, fino a ieri, i giapponesi erano snobbisticamente considerati dei robot, formiche operaie che lavorano e vivono in alveari dagli spazi ottimizzati, al massimo automi turistici con la macchina fotografica incorporata, oppure kamikaze, banzai e masochisti, nella migliore delle ipotesi studentesse scosciate con mutandine in vista panchira o panmoro e all’avanguardia nel fetish, altro che samurai.
Tuttavia, tra le sciagure, sebbene Tokyo non sia propriamente una città mitteleuropea, non si sa perché è intervenuto anche Claudio Magris. Il quale inizia un editoriale osservando come «le catastrofi naturali inducono spesso a pensose e forse autocompiaciute geremiadi sulla punita superbia dell’uomo che pretende di nominare la natura» e finisce osservando quanto ci sia «nella specie umana, una presunzione di eternità che la rende irresponsabilmente scialacquatrice della vita». Una geremiade ma composta, quasi giapponese.
Non si è sentito dire, questa volta, che le sciagure colpiscono solo i paesi disgraziati, ma la vicinanza di civilizzazione ha amplificato l’immedesimazione, e adesso hanno tutti paura delle centrali nucleari, perfino i tedeschi. Non dei terremoti del nono grado, non degli tsunami, piuttosto delle centrali, cinquantaquattro delle quali hanno retto alla fine del mondo e quella vecchiotta di Fukushima funzionava serenamente dal 1966.
Nessuno che ci dica quali probabilità statistiche abbiamo di essere colpiti da un terremoto e da uno tsunami del genere, altrimenti, prima di non costruire centrali nucleari dovremmo ricostruire ogni singola casa e edificio con criteri antisismici seri, incluso il Colosseo. Eliminando anche gli impianti a gas e le caldaie, perché possono esplodere. Ma perfino le batterie dei cellulari, se lasciate al sole, possono esplodere, e perfino il sole esploderà, tra quattro miliardi di anni, garantito.


Io, a questo punto, metterei in conto anche l’evenienza di un asteroide che possa colpire la terra, come è accaduto sessantacinque milioni di anni fa provocando l’estinzione dei dinosauri, e anzi si potrebbe anche smettere di procreare, ossia di costruire bambini, perché la vita provoca la morte, e alla fine moriremo di natura anche senza terremoti, è scientifico. Comunque sia, se avete voglia di sushi, andate tranquillamente a cena in un ristorante giapponese senza timore di trovarli in lutto: statisticamente nove su dieci sono cinesi travestiti.

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