(...) di fregiarsi del simbolo che fu della Democrazia Cristiana. «Con noi in fondo ci sono già anche i liberali di Ferdinando Adornato», puntualizza ulteriormente Vincenzo Lorenzelli, seduto accanto a un silenziosissimo - sul punto - Rosario Monteleone. Anche perché Lorenzelli prosegue sullanalisi storica della politica italiana, giudicando «un errore storico fare la Democrazia Cristiana, perché in nome del cristianesimo abbiamo visto fare molte brutte cose. Era meglio restare Partito popolare». La scristianizzazione e laicizzazione dellUdc potrebbe essere sancita a livello nazionale proprio con il processo costituente del nuovo «Partito della Nazione», ma soprattutto servirebbe a riaprire a livello ligure quella «terza via» che in vista delle regionali sembrava irrimediabilmente preclusa allUdc finora ritenuta espressione di un centro cattolico. La scelta di Claudio Burlando di puntare forte su Roberto Hamza Piccardo (portavoce nazionale dellUcoii, lunione degli islamici più radicali) come rappresentante della lista civica del presidente, poteva apparire come un punto di incompatibilità con il partito di Monteleone che addirittura resta uno dei tre promotori del referendum sulla moschea a Genova. Ora invece, oltre alla possibilità di andare da soli o di fare un accordo con il centrodestra, lUdc ammette di non aver preclusioni ad allearsi con Rifondazione o con gli islamici più oltranzisti.
La nuova linea liberale oltretutto consente ai nuovi arrivati (da non chiamarli «acquisti» perché è lunico concetto che tutti hanno detto di rifiutare) di non sentirsi in imbarazzo con il loro passato. Dopo Gabriella Mondello e Giovanni Boitano, provenienti dal Pdl, ieri sono stati infatti presentati i nuovi arrivi da sinistra. Della «grande famiglia dellUdc» entrano a far parte Gian Lorenzo Bruni, consigliere comunale del Pd, Umberto Lo Grasso, consigliere comunale eletto con Marta Vincenzi e poi rimasto a Tursi nel gruppo «LUlivo» quando è stato costituito il Pd, Marco Bulgarelli, consigliere municipale del Pd in Valpolcevera, e Francesco Munizzi, consigliere municipale del Medio Ponente, già Pci, Margherita e Pd.
Tutti uniti da un unico «progetto». Quello di «ripartire dalla gente, dalle sezioni, dal confronto e non dalle decisioni verticistiche che tagliano fuori chi la pensa diversamente».
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