Antonio Signorini
nostro inviato a Bruxelles
Il giudizio dell'Europa sullItalia è sospeso fino a settembre. Il Documento di programmazione economica e finanziaria conferma gli impegni che lItalia aveva preso per il rientro entro la soglia del 3 per cento nel rapporto deficit-Pil, ma andrà messo alla prova; «tradotto» in politiche concrete. Il commissario europeo agli Affari economici Joaquín Almunia promuove a metà il Dpef approvato dal governo. Lesame di Bruxelles alla politica economica dellItalia è solo agli inizi. Ieri Tommaso Padoa-Schioppa ha illustrato agli altri ministri dellEurogruppo il documento e, soprattutto, ha spiegato la manovra-bis che lo stesso Almunia aveva auspicato. Buono il giudizio del commissario sul primo, che consiste però in una enunciazione di obiettivi: «buone intenzioni», sottolinea Almunia, che lesecutivo europeo si limita a registrare, ma alle quali dovranno fare seguito politiche concrete. Negativo il giudizio sulla seconda, perché incide poco sui conti dellanno in corso. I rischi per le finanze pubbliche italiane restano e sono legate proprio «allaggiustamento dei conti fatto questanno che è molto ridotto» e comporterà necessariamente che la correzione del prossimo anno sia di maggiore entità. Almunia, al termine della riunione dellEurogruppo, ha fatto comunque capire che sul 2006 chiuderà un occhio. La manovra del governo, che corregge solo lo 0,1 per cento del Pil è molto inferiore allo 0,8 per cento prospettato dal precedente ministro, Giulio Tremonti, ma i conti - questo il senso della riunione di ieri - si faranno solo alla fine. E cioè «quando il bilancio del 2007 sarà approvato». A settembre, quando il governo varerà la Finanziaria 2007 e alla fine delliter della manovra. Un concetto ribadito dal presidente dellEurogruppo, il ministro lussemburghese Jean-Claude Juncker, che si è detto lieto del fatto che il ministro Padoa-Schioppa abbia «confermato le scadenze e gli impegni assunti dallItalia mesi e mesi orsono». Ma a settembre «inviteremo il ministro a tradurre in fatti le nuove misure annunciate, convinti che la tenacia del ministro potrà portare il deficit italiano entro i limiti del Patto di stabilità entro il 2007». Insomma «non saremo troppo flessibili». E il riferimento di Juncker è al rientro del deficit entro il tre per cento del Prodotto interno lordo, che dovrà necessariamente avvenire entro la fine del prossimo anno. Almunia si dice fiducioso che 'Italia potrà contare su una crescita più solida e sposa la tesi delleffetto-mondiali sul Prodotto interno lordo. «La situazione italiana - ha assicurato la sua portavoce - sembra stia volgendo al meglio e speriamo che la vittoria dellItalia ai mondiali di calcio dia una spinta alla crescita economica e renda ancora più raggiungibile lobiettivo di riportare il deficit sotto il 3 per cento entro il 2007». Unattestazione di fiducia che suona molto come una conferma del «no» al rinvio di un anno del rientro dellItalia entro i limiti fissati dal Patto di stabilità. Anche ieri dalla maggioranza e dagli esponenti più a sinistra del governo sono arrivati inviti a insistere sul rinvio al 2008, un modo per spalmare i sacrifici su un periodo maggiore e lasciare margini alle politiche per lo sviluppo. Ma di questo il ministro italiano dellEconomia non ha parlato con Almunia, nemmeno nellincontro faccia a faccia avuto poco prima dellinizio della riunione dei ministri dellarea Euro. Poco più di mezzora per una reciproca presa datto di una situazione che non può che essere di attesa e che rimarrà tale almeno fino al varo della prossima Finanziaria. Mesi difficili, per il ministro dellEconomia come dimostra la sua insistenza sul rigore.
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